Stereolocale – Jocelyn Pulsar

Era dal lontano 2018 che di Jocelyn Pulsar si erano perse discograficamente le tracce, da quel Contro i Giovani (recensito su queste pagine) che anticipava con sagacia la sinistra piega che l’indie-pop avrebbe preso, diventando presto parodia e replica di se stesso. Con quel disco Francesco Pizzinelli sembrava congedarsi non solo dalla scena indie -di cui è stato felino precursore- ma dalla musica come forma di espressione e di riflessione, ne seguì un silenzio frastornante, imbronciato, talvolta nostalgico, un silenzio però sempre slegato dal rancore o dall’invidia per chi ce l’aveva fatta, per chi con un indie-pop non così diverso dal suo negli approcci o nei contenuti, aveva riempito palazzetti o stadi interi.

Stereolocale Jocelyn PulsarEppure, la storia di Jocelyn Pulsar rivive di un nuovo -a tratti inatteso- capitolo: Stereolocale esce in sordina nel marzo 2023, quando per le radio o per le tv l’indie non è che uno sbiadito ricordo. Sei brevi confessioni tra chitarra, voce e pochi altri accorgimenti, registrate e prodotte a casa dallo stesso Pizzinelli, che trova nella TMP Produzioni una nuova spalla per rientrare in scena. Ballate intime, piene di disillusione e malinconia, che ben fotografano un periodo complicato nella vita personale di Jocelyn Pulsar, che nel comporre e suonare trova nuove ragioni per riprendere a fare musica, la sua medicina. Un album di riscatto, sincero e nudo, dove è l’emozione a prevalere su melodie sempre affascinanti ed orecchiabili. E se il lato personale è maggiormente accentuato sin dai rintocchi struggenti di E’ una fase, o dell’amara ironia di Non hai un’idea geniale per raccogliermi?, ove la separazione o le labili meccaniche dei rapporti di coppia sono descritte con parole, gesti e sensazioni quotidiane; Pulsar trova anche il tempo che togliersi qualche sassolino dalla scarpa verso quella scena indie che non lo ha mai troppo idolatrato: la sibillina Lindièmorto o la languida T Festa, sono lucide analisi sull’ultimo lustro della musica indipendente ed alternativa italiana. L’ariosa title-track o la marmorea Zebra Crossing sono invece riflessioni a più ampio respiro sull’ambiente (vecchio e nuovo) che circonda il menestrello triste di Forlì, arrangiate sempre con grande gusto pop e con una scrittura che dopo pochissimi ascolti si lascia già addomesticare.

Stereolocale non è solo un disco casalingo che esalta un onesto do-it-yourself di personale necessità, ma rappresenta il coraggio di rialzarsi dopo aver ricevuto quattro brutti cazzotti dalla vita, trovando nuova linfa nella musica, benedicendola come unica panacea per tutti i mali che avvinghiano quegli animi sensibili che credono ancora nella forza della parole e di un paio di buoni accordi a sostenerle.
Bentornato Jocelyn Pulsar, ci sei mancato!

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recensito da Poisonheart

 

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