Two, Geography – Any Other

Two Geography -  Any OtherUn mezzo plebiscito di stupore ha accompagnato le settimane successive all’uscita di Two, Geography, cristallizzando la critica musicale verso Adele Nigro come un nuovo fenomeno da sacrificare al banchetto dell’indie italiano al femminile. Nulla di più sbagliato, valutando il lavoro fin qui svolto dal progetto Any Other che ha saputo evolversi rapidamente dall’acrilico esordio slacker di Silently. Quietly. Going Away (leggi recensione), trovando nella 42 Records una nuova casa da cui spiccare il volo. Sarà stato il tour come turnista a Colapesce (nome di punta proprio della label romana) ad ampliare il ventaglio di possibilità a cui Adele Nigro ha attinto in questo disco (il primo antipasto è il singolo Walkthrough), virando in direzioni imprevedibili verso un indie variopinto arricchito da fraseggi chitarristici asciutti e ridondanti (Marco Giudici) e da un cantato apatico e senza succosi chorus. Probabilmente sarebbe stato più semplice seguire la corrente di un indie-rock che staziona con naturalezza per le radio nazionali, o perlomeno -senza abbandonare prosaici intenti independent- optare per una via di mezzo, arrotondando le sonorità scarne apprezzate nell’esordio. Invece il cambio di rotta è significativo, quasi a voler rimarcare il valore del progetto artistico a dispetto del risultato prettamente commerciale -confermato peraltro da un tour partito dalla Germania e proseguito nel Regno Unito, tornando in Italia solo in autunno.

Capricorn NoGeography vivono di sensazioni ed emozioni che hanno bisogno di salire in superficie con lentezza: la geografia dei corpi, distanze ed affinità nel riconoscersi e nell’allontanarsi sono tra gli indizi di una sensibilità personale coraggiosa da mettere in una canzone. Propedeutici ascolti jazz vengono assorbiti e rielaborati con minuzia, senza tuttavia correre su binari stucchevoli di emulazione; ripetizione di sonorità secche e petulanti (l’iniziale A Grande), che tuttavia rifiutano -anche se involontariamente- di accompagnarsi ad un ritornello. Nel flusso di pensieri di Adele Nigro si perdono  confini ed unità di misura, entrando in un cacofonico turbine di suoni, soffi d’archi, nenie vivaci che rimangono impelagate nelle parti più ricettive della memoria. Persino le impronte di un singhiozzante soul in Travelling Hard, risuonano piene di speranza su di un tappeto sonoro pur sempre minimale nella sua densa profondità.

Potrebbe sembrare quasi un disco eclettico, specie per alcuni arrangiamenti tenebrosi e pepati, tuttavia come nota amara a piè di pagina è innegabile che Two, Geography segni la resa del lo-fi sghembo e impertinente apprezzato in  Silently. Quietly. Going Away, come se non ci fossero stati altri modi per riabilitarlo ed evolverlo verso un insperato stadio successivo. A meno che non si voglia accettare Two, Geography come rinascita edulcorata di uno slacker -che come insegna Stephen Malkmus- può mutare in qualsiasi forma e dimensione, purché ne sia preservata l’etica musicale. E se devo essere sincero, quest’ultima chiave di lettura seppur stonata e pretenziosa è pur sempre molto intrigante …

recensito da Poisonheart

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