due – NuovoNormale

Sebbene i NuovoNormale siano una creatura relativamente giovane, nata nel 2020, alcuni dei loro membri (Andrea Imberciadori, Simone Fioravanti e Cristian Orlandini) sono ben conosciuti tra queste pagine, avendone già celebrato le gesta nelle loro esperienze musicali passate (Malenky Slovos? Sì, certo!). Nonostante il cambio stilistico che diventa nuovo ed affidabile marchio di fabbrica, una costante di questo gruppo di musicisti (a cui si sono aggiunti Lorenzo Eva e Andrea Pasciuti) è sempre stata quella di saper tradurre in parole e musica questo nostro mutilato presente con lucidità, compostezza e puntualità, arricchendolo con suggestive sfumature ed argute riflessioni.
NuovoNormale- dueE dopo l’entusiasmo dell’omonimo esordio del 2022 (leggi recensione) ed una Targa Tenco sfiorata per un soffio (all’interno del più ampio progetto della compilation Parole Liberate), i NuovoNormale ritornano con 10 nuovi pezzi (9 originali + 1 cover) racchiusi nel loro nuovo disco intitolato semplicemente due (e rigorosamente in minuscolo). Sostenuti ancora da Baracca & Burattini e con Paolo Bedini in cabina di regia, i NuovoNormale affrontano, tra il serio ed il faceto, le due facce grottescamente opposte del quotidiano. La prima -più densa, intima e drammatica- è rappresentata dalle complesse dinamiche tra il singolo individuo pensante ed i propri simili, in tutte quelle connotazioni sentimentali, sociali e politiche che si riscontrano nella vita di tutti i giorni; mentre la seconda -altrettanto intricata, ma con toni più scanzonati e sardonici- evidenzia con estrema chiarezza il rapporto conflittuale con le tecnologie digitali che disciplinano (o forse governano/storpiano) le relazioni interpersonali. Nel mezzo, una limacciosa e contagiosa scia di indifferenza, facile riparo (o puro istinto di auto-conservazione?) contro tutte le intemperie del quotidiano. Eppure, tale dicotomia non è mai netta, anzi è mutuamente influenzata dai suoi estremi, esacerbando quel senso di smarrimento di cui siamo tutti (nessuno escluso!) testimoni attivi.
Maniacale è la cura nelle liriche e nelle armonie (cantante con contagiosa enfasi da Andrea Pasciuti), nel quale si evidenzia l’impellente e liberatorio bisogno di ritrovare l’essenza e l’interesse per le piccole cose, di rimettere l’individuo al comando della propria vita, non lasciando che siano altre distrazioni a plagiarne il percorso. Musicalmente, i NuovoNormale indugiano con una meravigliosa vena anacronistica su sonorità decisamente eighties (non è un caso l’azzeccata revisione di Rock’n’Roll Robot di Alberto Camerini): trame di chitarra e synth curate da Andrea Imberciadori trovano così la loro vocazione in un volitivo tessuto sonoro completato dai vivaci fraseggi di tromba di Lorenzo Eva e da una ritmica puntuale e dinamica del duo Fioravanti-Orlandini.

La prima parte di due, si apre con Cosa ne avrebbe detto Erik? (canzone da dimenticare), che rielabora con arguzia le teorie dello psicologo e psicoanalista Erik Erikson, facendone un piccolo vademecum su come affrontare le piccole/grandi crisi personali; a seguire la tenebrosa Bombe (ed il suo chorus godibilissimo) ponte tra una difficile attualità che ci appare forse troppo distante e le ravvicinate intemperie di una relazione sentimentale. Decisamente più esoterica nei significati (come lo sarà ad esempio Cubo Blu, nella parte finale del disco) è Il più lungo giorno, che riprende il titolo da uno scritto del tormentato poeta Dino Campana e nel quale gli archi suonati da Marco Pedrona conferiscono un’aria eterea e definitiva al brano; mentre con La promessa di un uomo i NuovoNormale mettono in musica un testo scritto dai detenuti del carcere minorile di Bari, partecipando così al secondo volume del progetto Parole Liberate.
Il trittico Cyberbullo, la già citata Rock’n’Roll Robot e Sei Minuti, approfondiscono con spassosa ilarità e tagliente sarcasmo l’influenza “malevola” dei contenuti digitali sulle nostre vite, denunciando la pericolosità delle derive più bieche e populiste nell’uso dei cosiddetti “social network”. Contrappunti di tromba, volteggi nebulosi di synth, graffianti riff di chitarra sono elementi fondamentali per potenziare la carica evocativa delle liriche, che in questo disco assumono il ruolo di vera e propria critica sociale. A tal proposito, in chiusura di due, emergono con potenza di fuoco opposta e contraria i brani più toccanti dell’album: l’urlo reazionario de
Nel Sotterraneo e la pacata intensità di Preghiera, soffuso requiem di rara bellezza.

Registrato agli NN Home Studio di La Spezia, due è un lavoro concreto, ricercato ed intelligente, abile a sfuggire agli stucchevoli tranelli del facile consenso, ponendo (come già riscontrato nel precedente ed omonimo esordio) sempre l’accento su quelle piccole tematiche sociali ed introspettive che regolamentano la vita di tutti i giorni. In quest’epoca di solitaria condivisione di contenuti leggeri e volatili, quella dei NuovoNormale è una musica che ti sussurra all’orecchio quei preziosi consigli un tempo appannaggio degli amici più cari e fedeli.
Una musica da custodire, come ultimo baluardo contro il conformismo!

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recensito da Poisonheart

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