Brain Pollution (demo) – Brain Pollution

Come sentire i passi pesanti di anfibi neri e lisi in punta, atterrare su di un terreno freddo e tutto d’un pezzo. Colpi di batteria che schiaffeggiano il viso di una ragazzina troppo sciocca e banale, per essere amata o anche solo richiamata. Il flusso della chitarra che frana corda su corda, in suoni spettrali, costipati, putridi nella loro versione più cupa. Angie is in my mind, potrebbe essere descritta così, come una versione acrilica di Don’t Fear the Reaper in salsa core.

Brain PollutionEppure questa è solo una delle tracce contenuta nella omonimo demo dei Brain Pollution, band dell’entroterra torinese, con la propensione per un hard-rock rivisitato da fugaci lividi stoner e qualche ematoma metallaro. Gianluca Grasselli ed Enrico Agostini alle chitarre, Filippo Claps al basso e Matteo Zaghi alle percussioni, tutti schierati come cavalli ai blocchi di partenza: puntate pure sul piazzato se non avete fegato, io punto qualche decina di euro su vincente!
Un fagottino interessante, quello che si portano appresso questi giovani musicisti: una ricchezza sonora dagli ampi orizzonti appartenenti a sistemi solari differenti. Prendiamo City Garden ad esempio, ed il suo vago richiamo blues nelle trame più lente, un fiume in piena che sfocia con impeto rivoluzionario in un core potente, dai lineamenti marcati con assoli da rughe seventies, un segreto per l’eterna giovinezza rimasto ancora inconfessato.

Pillole pseudo-funk-indie, per Lacera-Percalla, generano un sound ibrido dai poli estremi: dalla ruvida Ibanez dalla grana grossa e dal carattere scontroso, alla completezza formale di una Stratocaster vivace che si lancia in monologhi di sicura presa, ma ben amalgamati nel tessuto sonoro. Ricetta appetibile, profumata e pure buona. Per i puristi delle sei corde sarà perlomeno uno scempio accostare strumenti che propongono suoni così distanti, eppure il risultato finale sovverte tutti i soliti clichè da tecnici narcisisti e saccenti! I richiami underground sono palesi, ma non vedo nessuna camicia in flanella a quadri, piuttosto un suono complesso, con la dedizione al rumore ed con un ammiccante sentore di basso, che rende veramente pura la musica dei Brain Pollution. Un rock, nella sua definizione più ampia e pomposa, che muta pelle e gira su se stesso, creando alchimie grandiose che ottimamente si esprimono in un demo che sa aperitivo, per qualcosa di più grandioso di lì a venire!

Everyman, ad esempio è l’espediente della band, per cambiare ancora i colori della loro tavolozza, navigando in acque calme, senza troppi effetti o distorsioni, ma facendo valere il proprio stile anche suonando più puliti. Versatili ma potenti, come fondere l’enfasi alla dinamite dei Jesus Lizard con il cannibalismo alla Skin Yard, il tutto portato all’ennesima potenza sotto un cupo alone dal ticchettio metallico … Speriamo presto in un lp, che altro dire di più!

 Brain Pollution myspace

recensito da Poisonheart
 

Share

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.