SpeedyRocky Vol. 1 – SpeedyRocky

SpeedyRockyCome minimo dovrei e dovreste, rispolverare i vostri giubbi di pelle nera, quelli puzzano tanto di vomito quanto di motocicletta, i guanti fin troppo lisi e quei mitici stivali che un tempo lucidavate con la polish color pece. No, non è un remake paesano di Easy Ryder, o il ricordo di una notte in qualche roadhouse del Midwest. Eppure l’atmosfera che si respira, ridacchia di queste redivive sensazioni. Questa non è la polvere del Canyon, o il coast-to-coast dal sapore rivoluzionario; questa è l’arida terra sarda, che si riscopre generosa e prosperosa come non mai. I SpeedyRocky sono il classico trio basso-chitarra-batteria, ma dal rumore che sollevano sembrano una numerosa comitiva di bikers dalle cattive intenzioni; tuttavia bambini, non spaventatevi, loro sono al servizio del rock!
Reminiscenze 70’s vissute on the road, spezzate da un vento veloce in canzoni brevi come slogan punk provocatori; i motori s’accendono sempre da una poderosa SG suonata in riff passionali ed intrisi di quell’eclettismo di chi la sa lunga, la batteria non rallenta mai nemmeno quando si pigia sul freno, il basso regala sempre un groove magnetico. Come incidentare la ruvida crosta degli Steppenwolf e la rabbia degli ultimi Stooges, tutti quanti verso la Canning Highway di Perth: l’autostrada dell’inferno!

In effetti, con questo omonimo Volume 1, gli SpeedyRocky ci fanno tornare indietro ai tempi in cui farsi un quaalude sulla spiaggia era un rito sempre piacevole. Nessuna velleità indie, nessun aggiornamento digitale: pura indole da rocker, quando questo appellativo aveva un senso ed il mito emanava sempre un lezzo di libertà misto morte solitaria.
Passando in rassegna le 12 pallottole di questo disco, si evidenzia una sicura uniformità nello stile, come se i nostri sapessero già che strada intraprendere, senza perdersi in esercizi di sperimentazione. Nessun miscuglio ad alto tasso di esplosione, permane una certa aura hard-rock alla maniera AC/DC, ma senza quel marchio di fabbrica facilmente riconoscibile. Feel Alright è il classico colpo da juke-box, bello dall’intro deviatamente funky del basso, fino all’assolo spezza-dita del finale; il tutto inserito in uno schema semplice, diretto, alla portata di tutti. A ruota Check Below e Chinese Bar che fuoriescono come fumo di sigaretta dalle narici, potente, con una certa apprezzabile virilità, costante nel suo martellante ritmo. Slide e molta enfasi nel trip di The fewer the better, che rassomiglia ad un blues da sbronzi ed immacolati; mentre il limite estremo si tocca con l’inferocita velocità di Lights off.
Da segnalare I kill you tonight, una della mie preferite per la passione ricalcata con estrema veemenza, e mi fa pensare che questi ragazzi fanno musica per puro amore, e non per altre mille futili ragioni di cui le charts nostrane s’ingozzano quotidianamente.

Estremamente consigliabili dal vivo se volete Lookin’ for adventure … per un ritorno al quel passato mai vissuto, ma così elettrizzante e cool nell’immaginario di tutti!

 SpeedyRocky  myspace

recensito da Gus
 

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