Bees Make Love to Flowers (ep) – Roberto Ventimiglia

Roberto Ventimiglia - Bees Make Love to FlowersDai contorni pastello, Roberto Ventimiglia colora sei ballate d’ispirazione acustica con una carica scapigliata, sorniona ed agrodolce, giocando nel suo Bees Make Love to Flowers su sfumature contrastanti, eppure -alla lunga, oltre l’orizzonte-  tendenti ad avvicinarsi in un solo significato.
L’ascolto staziona nelle infinite praterie del folk lo-fi d’ispirazione anglosassone, eppure per Roberto Ventimiglia (classe 1982) questa scelta è una libera espressione della propria musica, infatuato tanto dal John Lennon solista, quanto dall’homemade più istintivo e puro che possa esistere.
Tuttavia non siamo dinanzi solo a brevi ballate estemporanee, quelle da prendere la chitarra in mano e strimpellare qualche arpeggio mentre la voce prende le prime parole che escono da dentro; nelle melodie dolciastre dell’esordio di Bees Make Love to Flowers c’è una succinta ma ben determinata idea di fondo: il ridefinire sé stessi, testarne i confini, aspirare a qualcosa che ogni volta sfugge. Concetti che sembrano solo in apparenza vaghi o poco concreti, ma che grazie ad opportune metafore, riescono a scavare la crosta dura delle difese personali, per abbracciare e delineare quella forma di sacrificio che insidia e rincorre benevolmente l’amore e le sue forme sempre mutevoli. Non è perciò un caso che le api siano le inconsapevoli protagoniste di questo extended play registrato in presa diretta tra Londra e l’Italia, poiché è nel loro instancabile lavoro che si cela la passione e la responsabilità dei sentimenti, ed una forma di cieca convinzione che a volte porta anche all’annullamento del proprio io. Contrasti quindi piuttosto marcati, che avanzano con leggiadria in ballate asciutte come May -ove una piacevole tensione laneganiana s’intrufola tra le arie primaverili di maggio- o in melodie appena accennate di pianoforte nella straziante ed melanconica You.
La delicatezza sembra essere l’ingrediente prediletto di Roberto Ventimiglia, che avanza senza strappi tra giri di chitarra acustica perentori, eppure così disincantati da rilasciare una perfetta empatia. Dall’inno felino di autodeterminazione in If We Were Cats, alla “follia” amorosa delle api che non possono vivere senza i loro fiori in Bees Make Love to Flowers, vengono snocciolati i pensieri di Roberto Ventimiglia senza che vi siano cenni di commiserazione o di rimpianto; questo grazie a liriche essenziali che delineano in pochi movimenti, emozioni e sentimenti che l’autore vuol far arrivare diretti all’ascoltatore.

A livello stilistico il folk perde il suo elemento ecumenico, per farsi particolareggiato in onde melodiche morbide, come nell’intensa Just Fred, toccando nel finale del disco corde intime più profonde e complesse -ispirate probabilmente dalle atmosfere londinesi- nella malinconica Under Britain’s Sky, che potrebbero -perché no- tracciare il prossimo futuro musicale di Roberto Ventimiglia.
La forza espressiva di Bees Make Love to Flowers sta proprio nell’essenzialità della forma, nell’eliminare tutto ciò che è superfluo sia negli arrangiamenti che nelle liriche, consegnando un folk sporco e crudo fino all’osso, ma esattamente per questo motivo sincero e diretto, poiché spesso i sentimenti è meglio rappresentarli per quello che sono, astrazioni dei nostri più profondi desideri.

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recensito da Poisonheart

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