Migras – Santacroce

Alessio Santacroce è una di quelle figure misteriose e poco conosciute che hanno fatto la storia della musica indipendente ed alternativa italiana. Con i La Quarta Via ha suonato e cantato per vent’anni, dividendosi tra l’attività di musicista e di scrittore, impegnandosi con vivace costanza in progetti umanitari che avessero l’Africa come protagonista. Migras è un esordio solista permeato di una malinconia sottopelle, celata da proclami altisonanti, rabbiosi e frustrati verso un consumismo cieco ed ingordo. Il power-chord rockettaro abbraccia tematiche lucide, perfette per condannare (con un pizzico di insolenza) meccaniche umane conformiste e succubi del potere, senza tuttavia risultare demagogico con attacchi strumentali. Una sezione ritmica vivace, l’enfasi del cantato, i ruggiti di chitarra sono gli ingredienti peculiari di un’uscita discografica che è la summa maxima del pensiero di vita di Santacroce.
Migras SantacroceCon la volontà di non trattenersi mai, l’album presenta la digrignante Il gregge, j’accuse senza sconti alla società occidentale, alla pomposità dell’evanescente “possedere”, ad una vanità dell’anima da sfoggiare senza peccato, descrivendo il tutto come un girone infernale senza alcuna via di redenzione. Eppure nel vortice di cinismo di Santacroce, una briciola di speranza esiste e soprattutto resiste in una trincea di volontà: «Mostriamo i denti / saremo gli ultimi ad arrenderci» è più di una chiamata alle armi ideale. Il tono ferito continua nella successiva La Notte della Repubblica, ove la corruzione ed il potere diventano bersagli ossessivi, specie quando la verità viene nascosta a chi più la merita; mentre i ritmi rallentano sensibilmente con la soffice e tagliente Clorophille, la cui delicata e grintosa voce di Vanessa Caracciolo colora di pastello una ballata che rievoca il passato come un demone sfuggente.
Seguono due brani che trovano nell’esperienza umanitaria di Santacroce (presidente della O.N.G. Sawa Sawa per l’Italia) più di qualche ispirazione: Mercante d’Anime è l’eloquente ed attuale resoconto dei flussi migratori che coinvolgono l’Europa e non solo; mentre l’allegorica Normandy (ottimi gli arrangiamenti) scoperchia il tema della guerra e del crollo di quelle illusioni che ne avevano generato un primo scellerato entusiasmo.

Piuttosto fedele ad un etica rock, Santacroce produce melodie ruvide e lineari, senza colpi di testa digitali, ma piuttosto giocando con buona dinamica di chitarra-basso-batteria, risultando così dannatamente concreto e coerente verso gli ideali del disco. La seconda parte di Migras si fa più personale e toccante: Bianco Miope è la struggente confessione di un artista che perde momentaneamente la vena creativa «perché io sono come un tuono lontano, che si confonde con le note di un piano, suonato all’alba senza alcuna passione, da un musicista che non sente più il cuore», trattando la musica come mero esercizio industriale. Prosegue con livido vigore L’ingiusta fine delle mezze stagioni, un flusso di coscienza inacidito verso tutto quello che disturba la tranquillità di Santacroce; infine ecco la crepuscolare bellezza acustica di La fiaba dulcamara, brano storico dell’autore sulla difficoltà dell’integrazione religiosa e culturale, un tema più che mai attuale.
Chiude il disco la title-track, con quel sapore di immortalità dell’anima che avvolge per intero l’ascoltatore; una preghiera verso l’assoluto tanto lucida da risultare disarmante al contatto con le più primitive emozioni.

Migras (uscito per Ghost Record Label) è un disco potente per il messaggio che vuole consegnare, ed altrettanto poetico nella forma con cui Santacroce disegna i sentimenti che lo hanno composto ed arrangiato. Curato nei dettagli sia a livello strumentale che di scrittura, mostra in maniera inequivocabile come l’esperienza di un uomo e di un musicista non si basi sul numero di copie di dischi venduti, ma sulla lungimiranza del proprio pensiero e nel comunicarlo tramite la propria anima d’artista.

Santacroce facebook
Ghost Record Label facebook

recensito da Poisonheart

 

Share

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.