Meglio Vuoto che Vivo – Roito HC

Attitudine hardcore sopra ogni cosa: questo è il motto. Lo stesso spirito di San Francisco, di Henry Rollins o di Jello Biafra?! No, voi che siete tanto legati al made-in-Italy, eccovi spiattellato in faccia un mattone punk che è orgoglioso delle proprie origini e non cerca scusanti. Più in debito verso i Negazione piuttosto che nei confronti di qualche band anni ottanta scoperta in qualche  guida musicale a tema.
I Roito HC di Torino, imparano in fretta e mettono da parte quella retorica di partito (o di centro sociale) e schiettamente propongono uno stile non canonicamente hardcore. Mai titubanti, inseguono uno schema personale che porta a raccontare paure e timori di una generazione annichilita dai social network, “libera” ma mai realmente libera, sempre in dovere di giustificarsi per ciò che è. Musicalmente seguono più il metal-crossover sviolinato a velocità punk inverosimili, i loro testi sono veri e genuini, sanguinano come avrebbe suggerito qualche monellaccio dai capelli biondo-ossigenato!
Roito HCMeglio Vuoto che Vivo, celebra, con una dose non troppo letale di nichilismo, la realtà quotidiana fatta di delusioni ed ideali rivincite. Non che sia più difficile avere 20 anni oggi rispetto a qualche decennio fa, però le armi a disposizione stavolta sono “falsamente” pubblicizzate come più efficaci: fumo negli occhi, che lascia sempre l’amaro in bocca dopo ogni sconfitta. I lividi si leggono in scatenati pezzi che gridano vendetta e sfociano in una violenza estrema che mantiene la sua dimensione musicale, senza degenerare mai in atti pratici. La tittle-track con quel riff metallico da capogiro, si ribella deliberatamente alla vita, senza pentirsi mai. Creature notturne e metropolitane che sbraitano nella nebbia piemontese: l’alienazione e le droghe sono trattate con sincerità, a pelle questi ragazzi la sanno lunga, e in Verso la luce portano ad estreme conseguenze il loro easy-metal con licenza di far rumore. Non si perdono in inutili esercizi stilistici tipici dei virtuosi del genere, il loro approccio dalla batteria alla chitarra, rimane hardcore e come sognatori disillusi, raccontano storie urbane di estrema efficacia: La Paura che Distrugge non usa metafore, è vita vissuta! 

Una voce rauca apre ogni brano, celando una lucida coscienza di ciò che i Roito HC sono: uno per tutti uno per uno non è solo uno slogan per nostalgici. Orecchiabile senza stordire è Senza Fiato, lancinante nel suo vigore da un minuto e spiccioli. Tracce variopinte di chitarra si scorgono nel brano che chiude questo dinamitardo ep: Cenere colpisce nelle parti basse delle delusioni quotidiane, e senza vergogna ammette i proprio errori, laconico «credevo in qualcosa che e’ diventato cenere!».

Apprezzabili per l’onesta i Roito HC dimostrano che ancora troppi pregiudizi lastricano la strada tutta curve verso l’età adulta. Meglio Vuoto che Vivo è un regalo che senza paura la band fa a se stessa, e a chi ha capito che la lezione di vita dei patrioti hardcore è una lezione da conoscere!

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recensito da Poisonheart
 

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