La storia del vinile: qualche consiglio da collezionista

Avere una collezione è una passione impegnativa, richiede una spiccata curiosità, alcune ricerche mirate, occupa una buona fetta di tempo e, nel caso dei vinili, anche parecchio spazio. Ho già accennato nel post precedente, le attenzioni del vinyl-maniaco per la cura del vinile, la pulizia ordinaria ed una corretta conservazione del disco; ma come si sceglie ed acquista un disco?

Sembra una domanda banale, ma in realtà cela una dietrologia complessa ed una certa pignoleria, fatta di edizioni originali, edizioni per paese, ristampe, deluxe edition, formati particolari e via dicendo. Oltre al comune 33 giri ed -seppur oggi meno diffuso- 45 giri, c’è una varietà impressionante di formati che vanno dal disco colorato, al picture disc (che originariamente nasceva già nei primi 78 giri, grazie ad un’idea di un certo Tom Saffady, sul quale erano stampate immagini a colori), ai meno comuni flexi-disc (dei vinili flessibili, in voga negli anni Cinquanta e spesso abbinati a delle riviste). Oltre al formato, sono anche importanti le copertine del 33 giri: molto diffuse sono quelle “apribili” denominate gatefold, che possono contenere uno o due dischi (si pensi ad Electric LadyLand o al bellissimo inserto di Led Zeppelin IV, ed esempio), mentre nel periodo psichedelico si potevano incrociare le coloratissime copertine lenticular, come quella in Their Satanic Majesties Request. Tuttavia, ogni particolarità ha anche un determinato prezzo, quindi a parità di anno di edizione, spesso un formato con copertina gatefold “vale di più” rispetto ad un formato con copertina singola; come un disco colorato (e magari in limited editon) avrà un prezzo considerevolmente più alto rispetto al vinile nero.

Vinile Collezione

Quindi, come quantificare il valore di un disco in vinile? Un buon aiuto viene dai database di due siti come Discogs e CdandLp, che raccolgono con sufficiente precisione qualsiasi edizione di un disco, dividendola per anno, paese, etichetta, con tutte le peculiarità che lo possono identificare; essendo siti di compravendita (il primo quasi esclusivamente tra privati, il secondo ospita i venditori di tutto il mondo) ci sono valutazioni più o meno attendibili, ad ogni modo è utile per farsi un’idea del prezzo che stiamo andando ad acquistare. Fondamentale per riconoscere una determinata edizione sono l’identificativo della label, che quasi sempre si può trovare sulla spina della copertina e sull’etichetta centrale del vinile (a volte, ma non sempre, sul retro della copertina); se questa non fosse sufficiente, in controluce nella parte centrale del vinile (quella lucida e priva di solchi, per intenderci) ci sono i numeri di matricola incisi. Con queste due informazioni è abbastanza probabile rintracciare una ben determinata edizione, tuttavia alcune note di contorno (dalla presenza o meno di inserti con testi o foto, alla concordanza dei titoli dei brani tra copertina ed etichetta interna, a citazioni o ringraziamenti particolari) possono essere decisivi per identificare un disco.

Si evince quindi che le valutazioni sono relativamente variabili e non dipendono unicamente dall’edizione, ma dipendono soprattutto dallo stato di conservazione del vinile. Esistono degli indici che classificano la qualità di vinile e copertina: da M (mint, quindi perfetto o sigillato) passando per NM (near-mint), EX (excellent), VG (very-good), G (good), finendo con gli evitabili P (poor), F (fair). Da esperienza personale, un disco con qualità inferiore a VG, spesso e volentieri presenta dei difetti udibili e riconoscibili (crack, salti o fastidiosi fruscii) che pregiudicano il piacere dell’ascolto; ad ogni modo il venditore che valuta (privato e non) ha logicamente tendenza ad avere sempre un giudizio piuttosto ottimista, minimizzando quindi i difetti presenti.

Ma allora dove è meglio acquistare un vinile?
Senza ombra di dubbio il negozio di dischi rimane la scelta migliore, in primis per il rapporto diretto tra venditore ed acquirente (che con il tempo si può trasformare in rapporto di fiducia), inoltre per la discreta gamma di dischi che può presentare (in alcuni casi il negoziante si specializza in un determinato genere), ed -non trascurabile- la smania di non dover vendere quel disco a tutti i costi. mostra-mercato-del-vinileUn’altra valida alternativa sono le mostre mercato itineranti, che possono sicuramente esporre un’ampia varietà e qualità di dischi e di generi a cui il singolo negoziante non può sempre ambire, a discapito però di una forte concorrenza e di valutazioni economiche in alcuni casi gonfiate. Il mio consiglio è di affidarsi solo a quei (molti) venditori onesti e davvero competenti, perché (e parlo per esperienza personale) può capitare di acquistare dischi -a volte in ristampa- a prezzi esagerati (sopra i 25 euro, per dare un metro di paragone), con il rischio in incappare addirittura in copie non ufficiali e quindi prive di valore. A volte nelle piccole fiere di paese o per i mercatini delle pulci è possibile trovare dischi di una certa rarità tra migliaia e migliaia di vinili di infima qualità; unica avvertenza, attenzione allo stato del disco, perché probabilmente ha passato gran parte della propria vita in qualche oscura cantina!
In ultima, valutare con attenzione, gli acquisti in internet. Se il portale online è quello di un negozio fisico si può stare abbastanza tranquilli (specie per dischi di recentissima uscita), se invece il venditore è un privato (vedi ad esempio su Discogs, per non parlare di Ebay), allora è opportuno prestare attenzione e possibilmente richiedere qualche foto che confermi lo stato di conservazione del disco, oltre che controllare il feedback del venditore (questo vale in generale!).

La passione per il vinile è un piacere, e come per tutte le collezioni è sempre buona norma valutare con attenzione il valore di ciò che si acquista, per non incappare in spese compulsive e magari sbagliate. Non è raro spendere anche centinaia di euro per un disco originale, purché questo sia fatto con cognizione di causa: acquistare per poi rivendere è pratica comune, ma a mio avviso non così remunerativa. Se sei un collezionista la musica la ascolti, non la rivendi, ma questa è solo un’opinione personale! Tornate all’analogico …

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La Firma: Poisonheart

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