Hybris – Fast Animals and Slow Kids

Sotto l’ala protettrice di Andrea Appino (The Zen Circus), ecco muovere i primi decisi passi verso la legittimazione del panorama indie-rock, i perugini Fast Animals and Slow Kids. Dopo l’esordio in long-playing di Cavalli (2011) registrato dallo stesso Appino per la propria label (Iceforeveryone), arriva l’approdo importante alla Woodworm con cui viene rilasciato Hybris (pronunciato lubris, una sorta di oltraggio agli dei, vedi Eschilo) che si candida ad essere uno dei dischi migliori di questo 2013.
hybris Fast Animals and Slow KidsI Fast Animals and Slow Kids sembrano essere proprio sulla rampa di lancio per rappresentare al meglio questa generazione 2.1, tra stilettate alternative-rock e liriche di una profondità avvincente, eludendo qualsiasi bagaglio banale o già sentito da altre parti. D’altro canto Aimone Romizi (voce), Alessandro Guercini (chitarra), Jacopo Gigliotti (basso) ed Alessio Mingoli (percussione) hanno instaurato una tale chimica ed un proprio sound riconoscibile, da muoversi ormai con le proprie gambe, senza quella pesante ombra di Appino e dei Circus.
Trainato dal successo della ballata agrodolce A cosa ci serve, Hybris si discosta dalla facile immedesimazione, spingendo su arrangiamenti dinamici e su distorsioni che salgono e scendono sulle maree di brani piuttosto strutturati. Dirimpettai verso approcci che ricordano i Ministri più incazzati, i Fast Animals and Slow Kids gettano le basi per un buon alternative rock infatuato dal post-punk americano della seconda metà degli anni ottanta (Hüsker Dü in alcune velocità, o lo slacker endemico dei Replacements). Dalle pose da inno della vigorosa Calce (gli ooooh-ohohohooo! tribali sono una chicca non trascurabile), alla nostalgia raffinata di Un pasto al giorno (organo d’apertura ed ukulele per uno dei migliori intro lunghi dell’indie italiano), i Fast Animals and Slow Kids afferrano le emozioni e le mettono in musica, scambiando e combinando i diversi stati d’animo. Riff sempre piuttosto ipnotici s’appiccicano su di un tessuto sonoro articolato ed aggrovigliato, ma capace di conferire armonia (Combattere per l’incertezza) e forza granitica allo stesso tempo. L’evasione e l’alienazione giacciono come il condor sul ramo secco di un paesaggio delle Ande, vedasi ne il Treno o nell’acida Maria Antonietta, ove stati d’animo diversi mimano sempre alla stessa cruda consistenza dei sentimenti. Eppure sotto il gioco delle parti e della grande capacità di mescolare le parole  confondendo i significati, nella stesura e nella scrittura dei Fast Animals and Slow Kids è ben salda la consapevolezza di dover in qualche modo reagire ad un mondo che oramai non ci piace più. Ricca di un simbolismo astratto ma attuale (annunciato anche in copertina!), la loro musica offre una ventata di freschezza alla atonalità della musica indipendente italiana, che sembra non andare oltre ai buoni propositi iniziali; definendo Hybris forse il miglior prodotto da qualche anno a questa parte, per originalità e soprattutto indipendenza! Non saranno umori passeggeri …

Fast Animals and Slow Kids facebook
Woodworm sito ufficiale

recensito da Poisonheart
Poisonheart hearofglass

 

 

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