Happy Daze (ep) – Andy K Leland

Happy Daze - Andy K LelandAvevamo già apprezzato Andrea Marcellini (aka Andy K Leland) nell’esperienza con i My Cruel Goro (leggi recensione); chiuso quel capitolo l’ex bassista non rimane con le mani in mano e decide di intraprendere la strada solista all’insegna di un lo-fi secco ed empatico. Anticipato da due singoli in questo 2017,  Happy Daze è un ep che possiede una pelle tutta sua, mantenendo una certa distanza dai lavori precedenti come band, lasciando tuttavia tracce di un’identità musicale che era già piuttosto marcata, ma che aveva bisogno di uno sfogo maggiormente personale. Una chitarra acustica che si lancia in riff ed arpeggi melodiosi, eppure con un briciolo di quella malinconia che coincide con una certa maturità compositiva: Andy K Leland lavora sull’emotività e sulla prima impressione, cercando di imprigionare la magia “della prima volta” senza curarsi di particolari accorgimenti in fase di editing. Ne risulta un lavoro volutamente grezzo ed immediato, soprattutto per un intimismo portato ad estreme conseguenze in ballate che pescano sia dai ricordi del passato sia dall’estemporaneità e dall’imprevedibilità del momento.
The Kingdom (uscito nel gennaio del 2017) è un brano impastato di emozioni che emergono sin dai primi versi di un cantato confidenziale ed accogliente, creando così atmosfere (dai sospiri allo stridere delle corde della chitarra) molto casalinghe che annullano la distanza tra artista ed ascoltatore. Home Grown Muck (l’altro singolo estratto da Happy Daze), segue le stesse dinamiche del precedente: stavolta è interessante l’arpeggio di sei corde così cristallino e pieno, che regge da solo una ballata sintetica ma molto calorosa. Dal passo british è invece Bistro Nights, una sorta di lullaby ubriaca dalle dinamiche presto riconoscibili; mentre in Half Dead Dog le sonorità si fanno più lente e riflessive, anche grazie a strofe che escono come un sottile soffio d’anima.
Il carattere personale del disco è indubbio, sia dalla produzione scarna ed essenziale, sia dal tono della composizione che vuole mantenere freschezza e disillusione: Mr. Panic racchiude entrambe le tendenze, trovando una perfetta amalgama e senza lamentare mancanze di ritmica, anche per merito di un finale canticchiabile e sincero.
Farewell chiude i giochi con una pulizia di suono cercata, nonostante Andy K Leland non voglia rinunciare all’assioma lo-fi: il risultato è un perfetto contrasto tra emozioni secche e dirette, ed una melodia celestialmente triste e malinconica.

Queste Happy Daze (per Mattonella Records) sono sei ballate agrodolci, intimiste nell’espressione e specchio della voglia di comunicare di Andy K Leland. Un bel ritorno alle meccaniche chitarra-voce, un po’ come riprendere alcune idee passate e mai espresse e metterle in musica, prima di lavorare per addizione ed incrementare lo scarno lo-fi con qualcosa di più corposo. Senza però dimenticare le proprie origini, poiché almeno una volta nella vita (che poi in realtà sono sempre molte volte!) si torna sempre alla semplicità di una vecchia acustica e di qualche ritrito sogno nel solito cassetto.

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recensito da Poisonheart

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