Auf der Maur – Melissa Auf der Maur

L’affascinante Melissa Auf der Maur dopo aver calcato i palcoscenici di mezzo mondo, prima con le Hole di Courtney Love e poi nel tour del 2000 degli Smashing Pumpkins, decide di mettersi in proprio confezionando un grazioso lavoro.
L’esperienza certo non le manca; alle Hole arriva in sostituzione della bassista Kristen Ptaff nel 1994, partecipando al tour di Live Through This e successivamente alla composizione dell’album “shock” Celebrity Skin del 1998. Il suo poderoso basso e la classe con cui lo suona è certamente l’asso nella manica dell’artista canadese. Terminata la turbolenta esperienza con le Hole, trova posto come turnista per quello che sarà il primo plateale scioglimento dei Pumpkins on the road. Ottima amica del cadaverico Corgan, ottiene sempre un crescente interesse nell’ambiente rock-alternativo (e non più grunge), della fine degli anni ’90.

Auf Der Maur - Melissa Auf Der MaurQuesto suo primo lavoro, semplicemente Auf der Maur, non è il frutto di un avventura spregiudicata, bensì è tutto il materiale scritto e raccolto in 10 anni di carriera. Il succo musicale è estremamente legato alle sonorità sbarazzine delle Hole, piuttosto che a quelle delle più robuste e tetre delle “zucche” di Corgan; si miscelano i tratti ruvidi e aggressivi del suo basso in brani dal forte accento rock, anche se non si disdegnano ballad più melodiche rette da una voce che tocca armonie soavi. Grazie a molte ed eccellenti collaborazioni, il disco prende una forma abbastanza variopinta, e non di rado esce dal solito schema post-grunge; A mitigare questa tendenza ci pensano gli ex-compagni di band James Iha e Eric Erlandson le cui chitarre ruggiscono senza ostacoli, o l’ispido Josh Homme dei Queen of the Stone Age, ed i suoi echi decisamente più sostenuti e pressanti. Facile quindi concludere, che l’album diventi un bel vaso di Pandora pronto ad essere aperto.

Lightning is my Girl apre con sonorità chimiche, che preparano il terreno ad un rock secco e spaziale, un miglior esordio non ci si poteva aspettare; la tensione viene razionalizzata con un basso che strizza l’occhio al post-punk più cupo e lento. Il primo singolo, Followed the Waves, non solo viene acclamato dalla critica, ma sintetizza radiofonicamente quella zona d’ombra tra la ruvidezza grunge ed un rock più artistico. Dalla freschezza primaverile, il piratesco sibilo di chitarra condensa una tensione, che viaggia su power-chords possenti ed un cantato disincantato, ma efficace. L’impressione è in bilico tra un dark mascherato ed un rock-wave senza grosse pretese: perfetto che diventare l’ottimo singolo accessibile a tutti. I cori del bridge conferiscono un aura zingara e vagamente pomposa al brano, per  poi essere presto spazzata da un eccitante dialogo finale tra chitarra e basso.
Si confondono le atmosfere per Real a Lie, in cui il talento della Auf der Maur viene confermato da questa ballata dal sapore Bangles e bagnata da tracce pop. Mantenendo intatte atmosfere cieche, misteriose, e nebbiose, il brano si divincola da qualsiasi paragone, scivolando a tratti nel bubblegum più inaspettato. La marca pop-noir avvolge il terzo singolo estratto, Taste you, in cui nonostante la comparsa di Mark Lanegan nel backing vocals (chiaramente udibile nel finale del brano) e discreti arrangiamenti, non si riesce da sfuggire dal solito copione post-Hole.

Meglio in Beast of Honor, nel quale la voce della Auf der Maur si fa ammiccante e limpida, come antitesi (per eccellenza, ma forse non voluta) della Love, il brano regge un convincente art-rock curato e pungente.
Scritta a quattro mani con Josh Homme è invece I’ll be anything you want, il brano risente dello sghembo stoner alla Queen of the Stone Age in una versione femminile, che forse necessita più di un ascolto per poter essere compreso. Francamente non necessario, è l’esperimento al pianoforte di Overpower Thee, un fumoso jazz-bar di periferia, estraneo nello schema di questo disco. Pollice in alto invece per il grammo di hard-rock contenuto in My Foggy Notion, il volume qui va obbligatamente girato tutto a destra!

Auf der Maur risente di troppa variabilità tra un brano e l’altro, come se la bassista fosse divisa tra il suo passato grunge ed un futuro ancora artisticamente non chiaro. Tutto sommato però è un buon esordio che accontenta tutti: i fedeli amanti del genere e gli amanti della splendida bassista dai capelli rossi. Chi ha detto che le ragazze non sono capaci a far del buon rumore alternativo?

recensito da Poisonheart
Poisonheart hearofglass

Share

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.