Mood Swings – Malenky Slovos

Malenky Slovos "Mood Swings"

Avevamo lasciato gli spezzini Malenky Slovos circa sei anni fa con un ep (Antiquambience, leggi recensione) dalle sonorità velatamente elettroniche e dal mordente dannatamente rock. Il lungo tempo che è trascorso, ha permesso alla band (Gianluigi Sem, Andrea Imberciadori, Lorenzo Eva, Simone Fioravanti e Cristian Orlandini) di rinnovarsi nella line-up e di inserire nel proprio tessuto sonoro fiati ed acuti vari (dallo xilofono passando per una simpatica ukulele), ottenendo così umori e varietà che non sono certo comuni nella “monocorda” musica indipendente italica.
Mood Swings tuttavia è anche un lavoro D.I.Y. che raccoglie tutte le esperienze maturate nei numerosi live dei Malenky Slovos lungo la penisola, mantenendo inalterato quell’omaggio al post-punk ed alla sperimentazione dei primi anni ’80 che è sempre stato endemico sin dagli esordi. Le distorsioni e le virate di volumi colorano le tredici canzoni (+ tre bonus track) di cui si compone Mood Swings, tuttavia non mancano i momenti più riflessivi ed armonici (da ascoltare la delicata ed eterea Whited Out, uno dei migliori brani del disco, riproposta in versione italiana come bonus), mostrando una maturità a tutto tondo ed una cura fine nel dettaglio, che finalmente i Malenky Slovos possono sfoggiare senza pudore alcuno.
La tromba è certamente la novità più rilevante in alcune soluzioni ascoltate in questo lungo lp (vedasi la festosa Knowledge Base), eppure la sua presenza non è “ingombrante” come poteva essere lecito immaginare, la ricercatezza e la qualità degli arrangiamenti è tale da modellare ogni strumento in funzione di un indie-rock tirato ed adulto, senza che questo possa in qualche modo rasentare la retorica. Se in alcuni passaggi le influenze (chitarristiche) di band come Editors o Interpol possono sfrecciare rapide da orecchio ad orecchio (17 Words ne è un folgorante esempio), è anche vero che nei Malenky Slovos permane un senso della personalizzazione facilmente percettibile.

Tante influenze che sfociano in una sana tensione, leggibile nei due brani d’apertura, il mezzo-funk industriale di Dead Mall e soprattutto Matterplay, nel quale l’amalgama sonora è davvero pregevole, partendo da una base piuttosto minimale e lavorando sottotraccia su diversi livelli, che implodono in un chorus orecchiabile e movimentato. Mother Hurt calca la mano verso manierismi digitali che decorano un rock tirato, che nel finale concede qualcosa alla fantasia della tromba; da citare By this River (cover di Brian Eno da Before and After Science) come uno dei momenti di metà disco più intensi, che certificano come i Malenky Slovos siano fin troppo capaci nel rielaborare le influenze altrui, mettendoci sempre quell’ingrediente personale che risulta poi determinante per la riuscita del brano.
Le suggestioni e quelle immagini “morte” e ferme si stampano facilmente nella memoria, i Malenky Slovos vogliono fotografare l’immobilismo di quel determinato momento come se fosse una metafora della condizione umana moderna; così Small Town Paranoia (Yes he creeps me out! I feel my breath dying, chest aches, it’s on fire / He creeps me out! Those weird eyes! / Paralyzed, I pray it’s a dream) in alcuni passaggi mima a quella realtà surrealista e “sospesa” che appartiene alla scuola visiva di David Lynch. Umorale, ed isterico a tratti, l’album mantiene sempre una dimensione ben equilibrata non solo nell’impatto sonoro, ma anche nella poetica che Andrea Imberciadori imprime ai testi, facendo spesso le parole a pezzi e riscrivendone talvolta il significando in chiave onirica.

In Nine Lives, un minimalismo asciutto assorbe tutta la tensione di un brano acrilico e bipolare, mentre la conclusiva Santa got it wrong è dolce ed amara allo stesso tempo come una ninna-nanna natalizia stonata; tra le tre bonus-track cito solo la trita e ritrita Personal Jesus, che in questo caso viene rivitalizzata da echi di tromba e di xilofono. Il risultato conclusivo di Mood Swings è quello di un disco ben bilanciato, tra echi funk, momenti tipicamente rock ed alcune velleità sperimentali che non snaturano l’essenza della musica dei Malenky Slovos.
Bentornati dunque …

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recensito da Poisonheart
Poisonheart hearofglass

 

 

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