What is it like to be a gatecrasher? – Little Chestnuts

Croce e delizia: l’indie-rock come modo di esprimersi per le band emergenti di questo decennio! Beh, d una parte la possibilità di spaziare attraverso diversi generi con un considerevole apporto di creatività e di idee, talvolta veramente ottime; dall’altra il rischio di perdersi nel grande calderone della musica con velleità alternative sotto l’egida delle major. Le “piccole castagne” di Genova, ovvero i ricettivi Little Chestnuts, nel loro fagottino mostrano peculiarità sonoro-artistiche interessanti, pur rimanendo imbrigliati nel lief-motiv dell’indie contemporaneo. Nel loro demo-ep What is it like to be a gatecrasher? si fanno apprezzare per il coraggio ed una certa versatilità. Un rock veloce ed easy, sicuramente ballabile e lontano dall’essere retorico o già proposto. Le reminiscenze anni ottanta sono gradite, preferendo la frizzantezza di un sound ripetitivo ma brioso, piuttosto che l’incisività tagliete di un rock costipato e ruggente. Bravissimi a non cadere mai in tranelli musicalmente già sperimentati; se devo fare un parallelo mi vengono in mente i primi e convincenti Arctic Monkeys o Bloc Party, ma con un sound complessivo più variegato. Non è facile sorprendere in soli 4 brani, eppure i Little Chestnuts mostrano un istintività lodevole che esplode nell’essenzialità di chitarra-basso-batteria.

Ritmi singhiozzanti, eterei, fatti di riff semplici ed accessabili, cambi di tempo intelligenti e mai gratuiti, discreta voce per un ep che ha il retrogusto di quel garage-rock sofferto e privo di inibizioni. Il risultato complessivo sono brani di durata media, in puro stile indie, vagamente radiofonici, ma con insito quel terribile ed affascinante virus underground delle prime band americane post-hardcore. Lost in the Lift è sicuramente il brano che personalmente mi ha convinto maggiormente, forse per quell’interpretazione del tutto libera delle sonorità di una wave malata e controcorrente. Discorso valido per la spassionata Daily Jokes, grazie ad un riff portante che ne garantisce solidità ed allo stesso tempo essenzialità, con la batteria sempre reattiva ai cambi di tempo e agli stacchi portentosi di questo brano dal sapore vagamente punk. Stephanie è la classica ballata veloce, non inventa nulla di nuovo e segue la via maestra di questo buon ep; mentre Crash è fatto su misura per essere sudato tra salti e pogo nelle ballrooms: leggero eppure così ben tirato. Un ottimo singolo!

What is it like to be a gatecrasher? non è la solita demo registrata per ammazzare il tempo, rappresenta una prova molto interessante per una band giovane e con idee molto affini alla Londra dell’indie da vissuto e vintage, piuttosto che al rock in salsa reality del nostro Belpaese. Non posso che augurare tutto il bene possibile ai Little Chestnuts, sfondare in UK può essere un sogno realizzabile! Incrociamo le bacchette!

 Little Chestnuts myspace

recensito da Poisonheart
 

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