Tracey Denim – bar italia

Definiti dal magazine indipendente Crack come la più entusiasmante band di Londra“, i bar italia (tutto in minuscolo) dopo due buoni lavori con la World Music, debuttano in Matador con Tracey Denim, un disco che, visti gli entusiastici riscontri in questo 2023, mette un deciso punto esclamativo nella loro breve carriera discografica. Di questo misterioso trio dal taglio minimale e retrò si conoscono al momento solamente i nomi: Nina Cristante (artista romana di stanza ad Albione), l’occhialuto Jezmi Tarik Fehmi ed il “maudit” Sam Fenton (quest’ultimi già nei Double Virgo con un disco indie-sperimentale di 36 tracce, hardrive heat seeking, in uscita ad agosto); facile quindi rimandare il nome della band all’omonimo brano dei Pulp che chiudeva col botto Different Class, come una sorta di ponte -tanto ideale, quanto improbabile- tra brit-pop inglese e velleità indipendenti. In realtà, in Tracey Denim si condensano molte istanze anacronistiche che spaziano dal sulfureo dream-pop marchiato 4AD, al punk-slacker più fracassone, con spolverate leggere di psichedelia o dark-wave: nulla di nuovo, tutto già sentito, tutto già maledettamente già sentito! Quello che semmai sorprende è come il trio riesca ad amalgamare il tutto con preciso equilibrio, un pizzico di incoscienza ed un’indole pop per la melodia, realizzando un piccolo “caso” nel microcosmo indipendente. Nonostante Tracey Denim si dilati in 16 tracce, il tutto supera a malapena i 40 minuti, in un approccio smaccatamente DIY e lo-fi, ma con una freschezza davvero contagiosa nelle pur semplici architetture dei brani.
bar italia - Tracey DenimSebbene i tre si alternino in maniera discontinua nel cantato, è la voce suadente e lamentosa di Nina Cristante (una mezza Hope Sandoval tendente all’isteria) a riecheggiare pulita nella classica struttura da pop-song, senza rinunciare al mordente del riff ridonante, a volte crunchy, a volte dopato da dosi di echo, riverbero e delay. Biglietto da visita perfetto è Nurse! come sintesi estrema del ventaglio di sonorità che i bar italia riescono a mescolare con naturalezza, spregiudicatezza ed incuranza. Le liriche -come in tutto il disco- affrontano con sfrontatezza i temi interpersonali: paura, insicurezza, solitudine, misantropia, (“Come here, join me in the silence / We need undoing to set us free“) con un distacco quasi nichilista, un sadico ghigno di empatia. Di spessore anche punkt con il suo incedere melodico ed un ritornello da college-radio (“And I may owe you an explanation / I just wanna lose control / And I don’t have a real solution / Wanna say just leave me alone”). Tra gli ingredienti non citati anche qualche barlume di trip-hop (NOCD), di svogliato slacker sponda malkmusiana (Friends), andature flemmatiche a lambire dello spiccio slow-core in my kiss era o duetti in stile Romy-Oliver (The XX) nella boriosa Clark.
In un apparente manifesto derivativo, nel quale un vintage 80s-90s tirato a lucido sembra ammiccare allo sparuto fan indie che preferisce bearsi ad un concerto di nicchia piuttosto che farsi un abbonamento a Spotify, i bar italia piazzano almeno tre brani clamorosi. La prima è l’indolente sussurro di Missus Morality che cautamente implode in un delizioso chorus esoterico:
“So give up your dreams and come this way
You don’t belong where you are
You don’t even mean what you’re trying to say
You just forgot who you are”;
mentre Jezmi Tarik Fehmi chiude con un mezzo spoken-word tagliente, risvegliandoci dal fatato incantesimo. Meno appariscente l’oscura Horsey Girl Rider che vive di lenti echi darkeggianti, evidenziando un assortimento di sonorità pronte a convivere in modo originale nel medesimo album senza collisioni frontali. La conclusiva maddington si adagia su eleganti arrangiamenti di archi, pur mantenendo un minimalismo carbonaro, svelando nuove ed avvincenti potenzialità future. 

Tracey Denim sarà probabilmente la sorpresa dell’anno, un disco immediato, fresco, assolutamente non pretenzioso, a patto che lo si prenda per quello che è: una scheggia impazzita che collassa in un fin troppo elitario universo indipendente. Travolti dall’ispirazione (e dall’entusiasmo) i bar italia, come travolti da una corrente impossibile da arrestare, non si accontentano ed hanno annunciato da poco l’uscita di un secondo disco, The Twits, in uscita a novembre. La Matador ha in casa dei potenziali crack …

 

recensito da Poisonheart

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