Più di un attimo sospeso – Critical Project

Critical ProjectAvete mai pensato a mescolare l’indie più abbordabile con uno slang rap metropolitano? Difficile? Beh forse, a rigor di logica uno escluderebbe l’altro, ma nella musica i confini nono esistono e se esistono non sono mai chiari. Se gli Aerosmith hanno violato per primi il tempio, concedendo gloria ai Run DMC (o forse il contrario!), allora può farlo chiunque. Da un enigmatica Verona, i Critical Project fanno valere il loro esperimento musicale, fatto di un pop-rock vagamente british ad un cantato veloce, che molto spesso finisce per somigliare ad un rap d’alto borgo. Dalla loro hanno le parole e le esperienze di una città, lungi dall’essere la culla dell’amore, che vive tra arte e contraddizioni. Non aspettatevi versi di fuoco alla RATM sostenuti da palle di cannone sonore o assoli alla Morello; i Critical Project parlano essenzialmente ai loro coetanei, con ragionamenti semplici e giri di chitarra intuitivi. Amore, amicizia, il mondo giovanile così mal vestito, sono i temi che corrono lungo questo primo disco, Più di un attimo sospeso.

Musicalmente assistiamo ad un rock leggero, a tratti frizzanti, con licenza da ballo; quindi abbastanza in linea con quello che si sente per radio e tv. Sperimentazioni a mezzo servizio, esclusivamente per gettare le basi meno rock per il cantato, che vive di alti e bassi, ma che almeno s’inchina alla sincerità. La caratteristica peculiare della musica dei Critical Project sembra essere l’alto livello di immedesimazione proposto al pubblico, storie di tutti i giorni che sfociano i cori orecchiabili dalle buone intenzioni. Vedasi senza velleità critiche le parabole di Lungo il cammino (uno dei pezzi migliori) e della più addolescenziale Romanzo.

Le chitarre fanno il loro dovere, mescolando un rock onnisciente dal carattere variabile, il brano più canonicamente indie sembra essere Solo una notte, se non altro per i ripetuti riff che spezzano la cantilena rap, fatta di rime talvolta buone e talvolta deprecabili (certo la lingua italiana non è che aiuti molto!). Sydney 19/01 è il succo del disco, orecchiabile e di sostanza, nel quale la duplice anima della band trova una stabilità ed una maturità abbastanza lineare.
Buone le intenzioni in Un angelo, specialmente per l’accortezza degli archi che conferiscono un aria solenne, vagamente anni ottanta. 00:33, retorica apparte, mostra una svolta rock con gli attributi, apprezzabile  per l’impegno e per l’energia irradiata.

E’ difficile saper conciliare l’anima rock con l’irruenza del rap, entrambi convergono all’aggressività musicale e alla forza espressiva che parole e distorsioni creano, ci sono riusciti in Linea 77 parlando esclusivamente di politica o attraverso testi sociali, non ci sono riusciti gli Articolo 31 e i loro popolo di improbabili cloni. Nei Critical Project manca a tratti questa propensione al sociale (per dio, non è un peccato mortale, anzi!), preferendo temi più easy ma emotivamente più sentiti.  La scelta spetta a loro, tuttavia un buon compromesso si può sempre trovare. Più di un attimo sospeso resta un disco coraggioso nelle intenzioni, anche se ancora non del tutto formato; ma con qualche accorgimento sonoro, un pizzico di sperimentazione e qualche lirica ispirata la retta via è presto tracciata.

 Critical Project sito ufficiale
Critical Project myspace

recensito da Gus
  

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