Twilight of the Gods – Bathory

La prima band metal a cimentarsi con la cultura nordica e con racconti epici di guerrieri senza macchia furono i Manowar, ma loro sono stati capaci solo di ridicolizzare tutto con la loro posa alla “He-Man“; i Bathory invece, dopo avere dato il via al black metal norvegese anni’90, si cimentano in un esperimento sonoro senza eguali: Twilight of the Gods (1991).
Prendete le sonorità nascenti grunge, mischiatele con il folk celtico e servitelo su un heavy metal monotematico ma d’effetto e avrete: “Prologue – Twilight of the Gods – Epilogue“, “Through Blood by Thunder“, “Blood and Iron“; unite insieme per creare una colonna sonora apocalittica che racconta la società odierna attraverso la tradizione vichinga, usata un pò come metafora, dove l’individuo deve combattere gli ostacoli della vita con l’aiuto degli Dei. I quali però vengono messi in dubbio dalla stessa band quando nella title track viene detto: “Anche gli dei delle innumerevoli religioni non hanno potere contro questa marea di degenerazione perché ora abbiamo scoperto che non ci sono troni lassù il cielo“.

Twilight Of The God - BathoryMusicalmente è un spettacolo. Mezz’ora immersi nel freddo vento della Scandinavia, si alternano mid tempo heavy metal a lunghi passaggi di chitarra acustica, mai un secondo di noia, l’unica senzazione è la malinconia trasmessa dalla voce afona di Quorthon. Gli episodi con caratteristiche più epiche sono in “Blood and Iron” e in “Under th Runes“, nel quale si racconta: “In gran numero avanziamo al cospetto dell’ alba / Dal grande grido questa grande battaglia è nata / Tra le nuvole ora le nostre ali nere /Riempono l’aria / Basta con le linee frontali /La Sacra battaglia è ovunque“. Liriche che i Manowar dovrebbero ripassarsi invece di continuare a professare il metal come unica fede e tutto il resto non è “True Fucking Steel” spacciando il tutto per “Epic Metal”. Si conclude con la particolare “Hammerheart“,una sorta di inno pagano  cantanto in coro con tromboni e tastiere,dove i Bathory chiedono la benedizione per un’altra battaglia.

Mentre tutta la norvegia si trastullava con il black metal dei Darkthrone e Burzum, i Bathory danno vita ad un capolavoro sconosciuto anche ai più aficionados delle sonorità della terra dei fiordi. Ahimè,  la band nel disco successivo propone un thrash metal scontato, facendo storcere il naso a chi si era appena avvicinato, e quando il gruppo torna sui suoi passi  riscuotendo un discreto successo, arriva la triste morte del cantante Quorthon colpito da un attacco di cuore nel 2004, facendo scomparire nel nulla il combo svedese, fatta eccezione per Jonas Åkerlund diventato famoso per aver diretto i video di Lady Gaga.
Se riuscite a trovarlo in un negozio di dischi ben fornito, date un’ascolto a questo disco, non ve ne pentirete.

recensito da Mighell
Mighell heartofglass

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