Black Mask & Gasoline (ep) – Black Mask & Gasoline

black mask & gasolineDal triangolo magico (Padova-Treviso-Venezia) ove l’alternanza di nebbia, asfalto e verde colora il paesaggio padano, molte piccole band nascono per poi perdersi nella poca attenzione che lo sparuto pubblico indipendente gli mostra (e parlo per esperienza personale!). I Black Mask & Gasoline ne sono una felice eccezione e trovano con gli anni, il duro lavoro e le tante prove la giusta calibratura, cogliendo con Tony (voce e sei corde), Dave (quattro corde) e Pops (percussioni) il terzetto ideale per sfoderare un corposo hard-rock, che non disdegna qualche velatura di metallo lucente. A loro si unisce più tardi Camo alla seconda chitarra, che amplia le soluzioni melodiche così da rendere concreto questo ep d’esordio che non sembra propenso alle mezze misure.
Un self-titled fatto di buoni arrangiamenti, in una forma canzone che apprende la lezione rock e la ricalca con grande intensità e spirito. Riff posizionati al punto giusto, dialoghi fitti di chitarre, una sezione ritmica sempre massiccia e dinamica che sorregge power-chords preponderanti ed invadenti nelle cinque tracce che vado a presentare.
Eppure Heaven Comes From Hell con cui apre Black Mask & Gasoline, a mio modesto parere maschera molto quelle che possono essere le potenzialità della band: l’accento trash-metal sulla velocità d’esecuzione alla lunga tradisce, poiché ci si aspetterebbe da un momento all’altro una svolta meno scontata rispetto ad uno schema già sentito altre volte, purtroppo la virata decisiva non arriva, ed un cantato virile alla Hetfield di certo non aiuta a stemperare i dubbi.

Comunque nulla è perduto, la successiva Wind Arrives pulisce con pacata bellezza le nebulose prime impressioni, sventolando una ballata rock acustica contaminata da qualche velatura hard, ma mantenendo un equilibrio spirituale che sorprende nell’assolo finale, un po’ plateale e pomposo forse, ma anche molto emozionante e coinvolgente.
Ain’t No Fun corre rapido lungo binari metallici, rovesciando un postulato punk e stoogesiano, ed applicando quella velocità smodata che aiuta l’amalgama complessiva di un brano che si presta anche al canto in coro; ottimo nei live dunque. Black & Grey è un’altra bella prova di una raggiunta maturità; il riff iniziale sospeso in un delicato accompagnamento di batteria crea il pathos necessario per l’implosione delle distorsioni che verranno, ed un evolversi abbastanza originale che può delineare una possibile svolta nel percorso artistico della band.
Si chiude apparentemente con un altro epiteto classico del punk; tuttavia I Don’t Care dei Black Mask & Gasoline è rivoltato come un calzino a favore di un corposo hard-rock d’assalto, nel quale l’irriverenza dei tre accordi è spogliata a favore di un cantato pieno di tensione e molto più incisivo di qualsiasi monito anti-corporativo.
Ai Black Mask & Gasoline non mancano gli attributi né le capacità artistiche, il vecchio tarlo del rock pesante può essere ancora limato a favore di soluzioni più originali ed articolate, ma la strada tracciata e gli arrangiamenti di alcuni brani promettono un futuro più roseo, e meno … ehm black!

Black Mask & Gasoline facebook
Black Mask & Gasoline soundcloud

recensito da Poisonheart
Poisonheart hearofglass

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