Greatest Tits – Palco Oscenico

Partoriti prematuri dalla mente di un simil Henry Chinaski ripulito dopo una terapia da alcolisti anonimi, questi giovani folletti dall’accento funk-demenziale emettono il primo vagito con grande personalità, un vagito che tuttavia somiglia più ad un rutto da cartoni animati targati Fox.

Politicamente (eh?) scorretti, i Palco Oscenico sono quasi una band allargata con buona dimestichezza all’ironia, alla spensieratezza lirica, esprimendosi con puerile schiettezza, senza mezze misure o mezze verità. La loro componente goliardico-sessuale concilia una generazione dal testosterone indiavolato, dalle voglie sussurrate, istintive ma sghembe, dall’ilarità fatta ad personam, da piccole-grandi delusioni di vita quotidiana sputate con sincero menefreghismo!
Questo tuttavia è solo l’aspetto esteriore, il modo di vestire vintage di un sound sufficientemente particolare per non passare inosservato. Greatest Tits eiacula un funk primitivo, asciugato da ruvidi fogli di underground dalle sfumature tendenti al core metallaro, quasi ad imitare un rock profumato da lacca anni ’80. Una generosità musicale che tuttavia gioca a nascondino con la prontezza di liriche folli, dai connotati comico-trash, dal cattivo gusto elargito sempre e comunque: croce e delizia della band!
Impacchettato da riff corposi di chitarra e basso e da una batteria martellante: il risultato finale di questo mini è sicuramente un richiamo a svariate influenze, che confabula un sordido vaccino per la superficialità (quella sana!) procastinata eternamente. Erezioni musicali che gridano slang di sicura presa, suonare per divertirsi e divertire, ridere per pochi spiccioli, leccare la parte migliore della vita … 

Come un “Caro diario …” con lucchetto, sottratto alla sorella e divulgato agli amici più beffardi, un spontaneo ululato disilluso alla Alexander DeLarge, ma senza violenza o falli giganti d’avorio che uccidono abbindate signore di mezz’età.
Coloratissimo bubblegum punk-rock per l’apertura di Non fregarmi l’ Estathè, che convince solo nella sua metà più orecchiabile. Decisamente meglio il sofisticato cool-funk dal retrogusto Doobie Brothers, Brava Caterina … Brava! rappresenta uno spassoso episodio pubescente, dall’agrodolce sentimentalismo da mercatino dell’usato. Minchia! sfocia senza troppe metafore in un power-chord vibrante, veloce, piccante come tabasco sulle labbra, proponendo riflessioni esclusivamente maschili ed abbastanza veniali su attributi, misure e proporzioni, cose da uomini insomma!
Chiude Pica Felosa, un omaggio molto seventies a quel rock demenziale con baffi neri e tanta psichedelia composta, come un puzzle stroboscopico, da fiati, percussioni, chitarre, fermate e cambi di tempo.

L’atteggiamento premia sempre, il pericolo di non essere presi sul serio rischia tuttavia di toccare cime epiche. E forse è proprio ciò che i Palco Oscenico cercano, una El Dorado fasulla e disabitata, dove essere padroni e liberi, dove cazzeggiare allegramente e rimettere ai nostri debitori tutte le preoccupazioni e le noie. Da usare con protezione in lattice!

 Palco Oscenico  myspace

recensito da Poisonheart
 

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