Adult Taste – Cristio

Dalla cosiddetta “Tomba del Tuffatore” ai palcoscenici circolari da oratori rock arcaici: da Paestum a Piacenza senza memoria, si snoda un sentiero tortuoso e desueto, un continum spazio-temporale in cui Cristiano Alberici (basso e voce), Alessandro Tedesco (chitarra) e Michele Napoli (batteria) ci fanno da accompagnatori, mascherandosi da ciceroni post-punk con l’inclinazione al rumore.
Lungo il percorso in questa città inanimata si odono indistinti boati di Primus, Killing Joke e Phish, tanto per citarne alcuni, ma è soltanto un vago frastuono che non va a coprire il progetto dei Cristio: un tuffo in un mare vorticoso in cui non è l’acqua che fa girare la city, ma una poltiglia fangosa costituita da punk, progressive e un velo di funk.
Trattasi di una miscela intricata ed è subito una sbronza improvvisa: ne basta un sorso e la gola brucia, lo butti giù e toglie il respiro, corre lungo l’esofago e il tempo pare fermarsi: bomba chimica che detona in silenzio. Adult Taste non è il solito collage di fuzz e stilettate umorali, è uno vortice antiorario che va udito, sedotto e tenuto in tasca, mentre si guarda con il naso all’insù il cielo rarefatto del mattino.

L’album si compone di dieci piccoli drinks ad alto tasso alcoolemico, da consumare lesti e con mano calda al tramonto: il timer si ferma ai 3 minuti, la durata della traccia più lunga, giusto il tempo per riempire il bicchiere. Il giro infernale ha inizio con “Tempesta“, nel quale è un breve subbuglio strumentale a dar vita alle figure rosse della Magna Grecia: i fulmini cadono in molteplici appezzamenti sonori da lasciarci a malapena il tempo di captare la loro scarica a terra.
Above the tree (fall in love)” è una ballata violentemente truccata: lo schema pop è preciso ma finisce per strapparsi la tunica nel trasporto istintivo di un amore irruento. “Stereogirl” si presenta col medesimo carattere ma con il gene dominante intriso di psichedelia, illuminata dal dispotismo della batteria e dai richiami che hanno l’effetto di oggetti ludici scagliati con una violenza devastante, a tratti affine allo space-trip dei migliori Gong.

Violini” dovrebbe far sentire in colpa gli interi anni Novanta: soluzioni semplici, suoni da cut-up, singhiozzi da indigestione che dopo una breve pausa si tramutano in bisbigli perversi da speroni country battuti con impeto su assi di legno. La rassegna prosegue con vivace nevrosi in “Magic piper” celando tutta la sapiente abilità del gruppo ad ammaestrare il caos, lasciandolo lentamente essiccare fino a renderlo orecchiabile, trasformando in un’allegra marcia fatta di poche parole e tanto ardore. “So sad” esprime efficacemente quel che è l’estro poliedrico del gruppo, un rutilante domino dalla mimica latineggiante, vagamente vintage, ma sentimentalmente puro: lollipop alla mescalina!
Con “I can’t” niente addii strappalacrime, solo un lieto fine dal sentore vagamente pop-funk, che ricorda quel modus operandi primitivo di un indie liso e costipato. Senza dubbio una delle migliori ballate del disco, che proclama con indifferenza un latente sentimentalismo dagli occhi vispi e dai ritmi che rimbalzano a folle velocità come biglie iperattive.
Perciò, Adult taste è il titolo più idoneo per un album maturo ma dalla crosta acerba, come quello regalatoci dai Cristio, mai piatto o retorico: mezzora di divertimento e sorprese, pieno di misteri e viscerale come l’antica Grecia.

 Cristio myspace
HYMS? sito ufficiale
Lepers Production sito ufficiale
MusicaPerOrganiCaldi  myspace

 

recensito da  Poisonheart

 

Share

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.