Moti Browniani – Astolfo sulla Luna

“L’effetto notte” di questo disco è un filtro sottile di pensieri sfusi, impastati, raccolti da un campo di margherite senza petali … all’orizzonte un grande fungo di radiazioni. Gli Astolfo sulla Luna non sono quel tipo di band “senza pretese”, raccontano se stessi in un modo criptico, misterioso, volutamente elusivo, poi sono cavolacci di chi ascolta percepire la morale della favola. Un triangolo sonico angusto, lascivo tra delay abbandonati sul ciglio della strada ed echi di basso che rimbombano nel vuoto dell’etere. Non val sapere a chi va fortuna contra, non val sapere chi si nasconde dietro chi, non val sapere cosa si cela sotto il lenzuolo. Un lui, una lei, o someone else.
MAstolfo sulla Luna - Moti Brownianioti Browniani è un ep indigesto per il rock-style, fuma pesantemente una dose di garage-wave apatica, dalla parlata veloce, dai gesti isterici, eppure in un certo senso ammaliante, eccitante, concubino.
La camminata lenta e ritmata del basso apre a Verfremdungseffekt (l’effetto alieno, la doppia personalità, il lancio di dadi), e preso un bel respiro ecco che sul piatto giace un underground dislessico, lunatico probabilmente, affascinante. Senza troppi cambi di ritmo il brano si risveglia, si contorce e si rigira della parte fredda del letto: è il lato sessuale della solitudine.
Nei 2 minuti d’odio ci si aspetterebbe dagli Astolfo sulla Luna un fulmineo groove di distorsioni, di fuzz, di feedback prolungati, ed invece al contrario di quanto scritto da Orwell, la band riflette sulla valenza dello sfogo, sul peso dei sentimenti e sulla verità che i rapporti umani celano sotto l’apparenza.

Stiamo parlando di un disco dal lessico arguto, pesante, inconsciamente letterario, ecco perchè l’ascolto deve essere distratto, inallenato da sbadigli, questo per non essere soppraffatti dalle ineluttabili verità che ogni verso vomita sull’altro. Nient’altro che un buco vuoto nel quale si agitano le ombre delle mie passioni, ma non è dissimile Fino all’ultimo Battito, sono fatti mattone su mattone da passione, vita, sangue: le ballate di tarda estate marciscono all’ombra delle prime foglie morte. I graffi ed i lividi sulle braccia, gli zigomi gonfi, la testa molle sono sensazioni che si possono trovare in qualsiasi dei 5 brani proposti; ed è la forza di questo progetto, la musica è un esperienza di vita vera, un esperienza ad esorcizzare la morte, un esperienza che si può raccontare solo con stati d’animo del tutto particolari. L’alienazione è doppiata, il mal di vivere è una malattia, la speranza dorme, ma respira tutto sommato.

Dick Laurent è morto, concede nel finale il disco con un enfasi spettrale e quasi poetica. Il soggetto di Lost Highway (sì, David Lynch, e non poteva essere altrimenti!), è una delle tante influenze buttate là dagli Astolfo sulla Luna, seminate ovunque in un disco che racconta essenzialmente cosa si cela sulla schiena dell’anima. Lo spazio che divide il sogno dalla realtà, la percezione dall’azione, la fermezza dalla voluttà: un ep controcorrente ed indisponente, eppure fottutamente bello da ascoltare.

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recensito da Gus
Gus heartofglass

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