Heartwork – Carcass

Pochi dischi hanno saputo anticipare i tempi come Heartwork.
I Carcass rinnovano  il loro sound mescolando il loro death metal duro e lacerante a sonorità provenienti dalla NWOBHM (Iron Maiden su tutti) , dando vita ad un nuovo genere: il “Melodic Death Metal” (che qualcuno si ostina a chiamarlo “Swedish Metal”, quando il tutto è nato in Inghilterra…).

Heartwork - CarcassLe novità non finiscono qui: nei testi vengono messi da parte definitivamente i vari squartamenti di cadaveri per dare spazio a temi più “politici” e socialmente seri (guerra, tecnologia, amore, società contemporanea). Melodia, potenza, classe e tecnica in “Buried Dreams” e “Heartwork” che diventeranno il termine di paragone di tutte le band che si cimenteranno in questo genere. Volete un elenco? Children of Bodom, In Flames, At The Gates, Dark Tranquillity, Arch Enemy (tra i cui  componenti c’è lo stesso chitarrista dei Carcass Michael Amott) e potrei proseguire all’infinito…
Un altro brano celebre è “This Mortal Coil” dove il fantasma degli Iron Maiden  si aggira per il brano, ma la band ci mette la sua dose di violenza imprevedibile  per renderla originale e memorabile. Il brano più pesante è “No Love Lost“, la voce di Jeff Walker è  straziante come un’ulcera allo stomaco, Amott e Steer creano riff di chitarra duri come il cemento armato, per un brano celebrativo e straziante. Con “Blind Bleeding the Blind” riaffiora il lato ironico della band, il pezzo si snoda tra cambi di tempo da cardiopalma e tecnicismi inarrivabili.

Heartwork (1993) è l’ultimo immenso capolavoro dei Carcass, dopodiché la band pubblicherà il controverso Swansong (1996) influenzato da sonorità anni ’70, per poi sciogliersi rimanendo inattivi fino alla reunion del 2008.

recensito da Mighell
Mighell heartofglass

 

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