Supergod – But God Created Woman

But God Created WomanPrendete una giornata piovosa ad intermittenza, come un naso gocciolante, lente melodie appiccicose, collose, ricche di mostriciattoli sonori. Fate asciugare il tutto quando riappare il sole, la crosta si solidificherà e cambierà colore. Ecco a voi l’unico modo di definire questo 10” dalle velleità ipnotiche e dai propositi di immortalità: Supergod.
La malata fantasia pagana di Superfreak (già, quello di Allegretto!) al servizio dei But God Created Woman, in un lussurioso scontro mortale di saette, feedback, tanta wave, rutilanti sovrapposizioni di suoni che assumono tinte uniche, un mix oramai collaudato, affidabile! Le missioni low-fi sono finite, e nonostante quelle acque vengano un po’ troppo battute da marinai inesperti (forse nemmeno marinai!), il connubio che la band riesce a trovare regge da subito, distinguendosi per coerenza … quindi avete ben capito che l’indie usa-e-getta qui non lo trovate! Niente finiture e dettagli da pedanti musicologi: le chitarre sono grezze, lievemente smussate, ma non ruvide, sommerse da spavalde rullate di batteria; di tanto in tanto fanno capolino effetti spaziali, provenienti da pianeti venusiani dal retrogusto kitch. Il tutto preparato a mano. L’attenzione ai particolari è istintiva, ma questo lo si capisce solo dopo aver apprezzato tutto il percorso, perdersi è inequivocabilmente impossibile!

Sulla mia scrivania capeggia “Il Diario di Adamo ed Eva” di Twain, e penso che sia una bella coincidenza; But God Created Woman sviscerano 4 personaggi e li lasciano annegare nel loro sound acido, vischioso, gelatinoso ed immortale. Proprio Mark Twain apre con una tempesta di botti artificiali, il ritmo è da marcia sostenuta, da inno cowboys. Luccichii da effetto stroboscopio invadono una melodia robotico-urbana, sfumature dai tratti grossi e goffi hanno il pregio di esaltare il risultato finale: come guardare l’apocalisse dall’alto, sulla nuvoletta accanto a  di Dio!
Dario prende lezioni di wave-underground da un maestro strafatto: effetto è da videogioco anni ’80, veloce, aggressivo ed allo stesso tempo vintage. Il banchiere di Dio, alias Roberto Calvi è il protagonista della traccia successiva, disturbata, come le onde fm di una radio locale sfigata. Pillole di rumore anni ’90, vagamente pumpkiane (magari solo dal timbro vocale!) che s’infrangono su di un amarcord  Beat Happening: il succo della musica della band sta qui!
Per chiudere, ecco Giona (quello della balena? E chi lo sa …): un impassibile, cupo divenire da festa paesana, che esplode in pirotecniche palle di cannone proprio quando sembrava morente. Riconoscibili alcuni elementi di memoria sixties, e sviolinate lente degne da isolamento da generazione X.

Uscito per Musica per organi caldi e per la teutonica Monoton Studio, Supergod è, e cito: «bellissimo e lo potete comprare senza paura che il vinile sia dannoso per la vostra pelle!». Lenitivo dalle scottature indie, aggiungerei io!
Insonnia, follia, lucida disperazione, esasperata euforia: questa è la donna creata da Dio, anche se spesso l’impressione che si ha è che sia stata la donna a creare Dio … gravissimo e fighissimo errore!


But God Created Woman sito ufficiale
But God Created Woman myspace
Musica per Organi Caldi sito ufficiale
MonotonStudio Records sito ufficiale 

recensito da Poisonheart
 

Share

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.