Wonderland – Ceanne McKee

Premessa: la cultura letteraria viene spesso tramandata ai posteri tramite aforismi (celeberrimo il caso Wilde). Se dovessimo immortalare questa composizione in qualche verso sicuramente le seguenti parole illustrerebbero l’intero album:

Quello che ho, così poco, è soltanto la voglia di fare… Non importa ma qualcosa mi sento di dire, non mi basta ma stanotte lo voglio sentire…

La volontà di creare qualcosa partendo da ciò che si è e il desiderio di manifestarlo e nel contempo farlo avvertire rendono la musica degna d’essere ascoltata.
Solo i più agguerriti seguaci hippy la ricorderanno, la dolce e problematica Melanie Safka, la ragazzina della flower generation che con le sue ballate melanconiche e a tratti forse retoriche, ha girovagato per tutti i festival rock del periodo. Un’anima folk-sociale molto spinta che attraversava le tematiche care agli adolescenti di una frangia post-hippie più moderata ed accondiscendente. Immaginate dunque uno spirito prettamente folk ammalato di un pop profondo e viscerale alla Elisa nostrana, invischiato con qualche galoppata alla Norah Jones depurata dalla solita mielina monotona e arricchita da qualche nitrito di bossa nova a rendere l’atmosfera più intrigante e duttile.

Ceanne McKee - Wonderland - Chiara RagniniBene, se riuscite ad immaginare uno scenario simile rimarrete incantanti dalla voce e dalla chitarra di Ceanne McKee (alter-ego di Chiara Ragnini), biondissima ed italianissima cantautrice che propone un folk moderno molto passionale ed assolutamente accessibile. “Wonderland” è un album scritto, eseguito e prodotto dall’autrice, un disco poliglotta che indaga nelle emozioni in maniera ben più efficace dei cantautori ‘facilotti’ ad alto tasso di ripetitività (tanto per fare due nomi a caso: Tiziano Ferro e Laura Pausini, ma proprio a caso, eh!).
Ottimi sono stati i riscontri con le varie rassegne musicali (dal SanremOFF del 2010 sino a Generazione Musicale a Progetto – MEI, con piazzamenti eccellenti), che hanno consacrato Ceanne McKee come astro nascente del pigro, teledipendente, “mediacentrico” e pantofolaio panorama nazionale, costruito sulla sabbia in spiagge per teenagers.

Dichiarati questi beni alla dogana, siamo pronti ad inoltrarci nel Paese delle Meraviglie: “Wonderland” vi dà il benvenuto con “All my Pleasure“, ottima traccia ambasciatrice. Si tratta di una delicata canzone che si snoda su un sentiero alla nouvelle vague, una pista assai dissimile dallo standard della musica nostrana. Anche quando la bionda ventisettenne si confronta con la madrelingua dimostra una comunicazione acuta, intima senza essere incolore (in particolare davvero encomiabile è “Quello che ho” che sembra proclamarsi come l’assioma dell’artista).

Proseguendo la strada ci scontriamo con componimenti come “All I have” e “Estate” che ci fanno apprezzare anche le percussioni e l’accompagnamento di questo piccolo universo sonoro.
Spiccano fra tutte “On my own” coi suoi riff fatati ed un sentito ritornello e “Every lie” che incarna la canzone più sbarazzina e stuzzicante dell’album. “She” circoscrive in ultima analisi il Paese delle meraviglie e lo fa con una mansuetudine ed una leggiadria davvero rare.

Wonderland” è un disco di pregievole fattura, ben arrangiato (ottimo homemade di Chiara Ragnini) e piacevole all’udito, mai troppo naif o narcisista, che disinfetta da eventuali banalità un folk-pop dirompente, astuto e confezionato con acume ed volontà. Un ‘personaggio’ ricco in un panorama musicale attuale segnato dalla crisi delle idee. Eh no, questo “Wonderland” è un boccone succulento, dal sapore quasi esotico, cibo per palati fini da intenditori …

contatti:
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Ceanne McKee Facebook


recensito da Poisonheart

Poisonheart hearofglass

 

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