Touching from a Distance. Ian Curtis e Joy Division – Deborah Curtis

Touching from a Distance. Ian Curtis e Joy Division - Deborah CurtisControverso e probabilmente di parte, Touching from a Distance (in Italia, Così vicino, così lontano), edizione 1995, è stata la prima biografia completa e di prima mano a trattare le vicende personali e musicali del compianto Ian Curtis e dei Joy Division. La penna è quella della vedova Deborah Curtis, nelle cui pagine scorrono emozioni e sensazioni talvolta contrastanti, che toccando tanto il rimpianto per la grave perdita, quanto un certo senso di rivalsa verso gli ex-membri dei Joy Division e verso il marito, soprattutto alla luce della relazione extraconiugale che lo stesso ebbe negli ultimi mesi di vita con la giornalista Annik Honoré.
Nei ricordi di Deborah Curtis, tra il nostalgico ed il faceto, ampio risalto alla tarda adolescenza a Macclesfield di Ian, ed ai loro primi incontri, ove già traspariva quella vena poetica e malinconica che si poteva ritrovare nei versi di Yeats e nel surrealismo di Ballard. Parallelamente -e con ugual enfasi- trovano spazio anche gli esordi della carriera musicale dei Joy Division (leggi articolo), con momenti di intenso entusiasmo per il primo ep (An Ideal for Living) e per le prime esibizioni a Granada TV di Tony Wilson. Sposati giovanissimi -lui diciannovenne, lei appena maggiorenne- ed il seguente trasferimento nei sobborghi di Manchester, segnano in maniera indelebile la vita della coppia; di conseguenza l’andatura della biografia, che si sofferma maggiormente sui particolari (a volte trascurabili) della vita coniugale. Le divergenze caratteriali salgono progressivamente in superficie con la convivenza ed il progredire della carriera dei Joy Division, diventando quasi insanabili con la comparsa dei primi sintomi di epilessia già a partire dal 1978.

«Ian scriveva con difficoltà, poiché non riusciva ad isolarsi come voleva. Era come se le restrizioni imposte dalla convivenza con i parenti si fossero moltiplicate, e il nostro rapporto sarebbe stato davvero burrascoso, se solo Ian avesse accettato di comunicare con me. Era quello il modo in cui eludeva il confronto. Una notte, a letto, mi voltò le spalle per l’ennesima volta. Disperata, lo morsi alla schiena …»

Da questa biografia traspare in maniera eloquente come il quadretto famigliare piccolo borghese (completato con la nascita della figlia nel 1979) sognato da Deborah Curtis, venga intralciato dal successo della musica dei Joy Division, manifestando segni di insoddisfazione per la poca presenza di Ian Curtis, sia come consorte che come padre della piccola Natalie. Il taglio di queste memorie è tormentato tra la tiepida felicità per il successo artistico dei Joy Division e le velleità di preservare e proteggere il nido famigliare, in un vortice che tocca pagine di impotenza e disperazione nelle ultime fasi della vita spezzata di Ian.
Touching from a Distance offre anche un buon contributo di ricordi e citazioni degli altri Joy Division, di Tony Wilson e del manager Rob Gretton, oltre a qualche foto inedita del gruppo, certificando la qualità di una biografia -tutt’oggi controversa- che ha saputo ispirare l’acclamato ed intenso docu-film di Anton Corbijn, Control diretto nel 2007.

«Io non ricordo di aver mai visto Ian in preda ad un attacco sul palco. Fu solo la sua morte che scoprii l’accaduto e la frequenza con cui si ripeteva. Sono più che mai convinta che solo eliminando la mia presenza, Ian fu libero di spingersi fino al punto di esibire in pubblico il proprio male. Era sottointeso, ormai, che ciò fosse un ingrediente dello spettacolo: più Ian stava male, più cresceva la popolarità del gruppo»

Touching from a Distance è edito da Giunti e curato da Alberto Campo

La Firma: Il Gemello Cattivo

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Una risposta a “Touching from a Distance. Ian Curtis e Joy Division – Deborah Curtis”

  1. La musica dei JD mi è sempre piaciuta e la figura di Curtis mi ha sempre incuriosito…..Leggendo la recensione mi è venuta voglia di leggere il libro e vedere il film

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