Too Many Humans – Lo Sciame

Difficile trovare nel Belpaese fauna alternativa che biascica ancora virulenti feedback e ruvide trame di sei corde grumose ed appiccicose influenzate dal rumore di Seattle di venticinque anni fa e spiccioli. Più raro ancora trovare questa tendenza nel Sud Italia, forse perché siamo troppo abituati (male!) a considerare che siano solo le città del Nord o della Capitale a coltivare sottopelle lo status alternativo ed indipendente. A sfatare questo precario mito ci pensano Lo Sciame, trio batteria-chitarra-basso che da Napoli sferzano con energia un rigurgito alternative-rock rumoroso e fuzzoso, per la felicità di chi le camicie di flanella non le ha mai abbandonate. Too Many Humans è un debutto costruito sull’essenza di quel independent d’avanguardia che per tutti gli anni ottanta ha macinato chilometri su e giù per l’America raccogliendo brevi ma intensi proseliti, ma consegnando alla generazione successiva le basi per la rivoluzione musicale dei primi anni novanta. Oggi questo scenario sembra solo ad esclusiva dei nostalgici della chitarra, poiché le nuove tecnologie digitali calano su qualsiasi produzione limandone le asperità che diec’anni prima rappresentavano un vanto ed un segno di rottura rispetto alla musica mainstream. In un certo senso questo spirito di repulsione agnostica si percepisce nella musica de Lo Sciame, con tonalità spesso baritone che a tratti confinano per affinità con uno stoner sgraziato e potente. Alessio Capraro (chitarra) Raffaella Maisto (basso) ed Alessandro Dura (batteria), tuttavia non sono i nuovi portavoce della teenage-angst italiana in stile Verdena, anzi la loro caratteristica peculiare è proprio quella di prendere le distanze da qualsivoglia influenza indie, preferendo intraprendere un percorso più personale, ed in un certo senso più variopinto. Accanto a brani sbuccia ginocchia si possono apprezzare ballate secche e sublimi, che servono per spezzare al momento giusto la tensione di un disco intenso e ben bilanciato.

Too many humans - Lo SciameCaricate le pistole e portati gli amici, ecco che l’apertura di Axion è qualcosa che irradia buone endorfine, specie per l’ottimo dialogo tra sezione ritmica ed una ruvidezza endemica di una sei corde granitica. Adherences è un brano bagnato ed affogato sulle sponde fangosose del Wishkah River, con una buone dose di dinamismo ed un basso presente e petulante. Se fin qui i dettami grunge vengono rispettati, è con The Swarm che Lo Sciame calca la mano sulle velocità e nell’ostracismo di un post-punk pungente e bellicoso; l’intro lungo è qualcosa di godibilissimo e preannuncia un’evoluzione lucida e ragionata che porta a frequenti capovolgimenti di fronte e di volumi.  Awake è il raggio di luce malinconico e solitario che illumina quelle emozioni nascoste e recidive da manifestarsi; l’andatura più lenta e squillante permette di creare un pathos affabile e canticchiabile, mentre i fraseggi di chitarra si sciolgono come neve al sole. La pausa arrivata al momento giusto consente a Lo Sciame di ripartire con veemenza con Kalòs, proseguendo una strada già delineata all’inizio del disco. Grumi sonori e distorsioni vischiose conducono a Walkman la cui combo baritona spinge fortissimo verso l’alienazione punk77: velocità e capacità di sintesi sembrano essere elementi di cui Lo Sciame non vuole privarsi. Interessante è l’andatura melodica di More (un piccolo gioiello che non t’aspetti!), mostrando un lato della band che potrebbe essere approfondito in futuro: ottimi gli arrangiamenti e il bilanciamento dei volumi.  Si chiude a sorpresa con una lenta litania strumentale costruita su influenze oniriche ed mediterranee: Balkans è l’elemento di disturbo, il neo che non c’entra niente, il difetto meraviglioso che rende ancora più interessante questo esordio.

A discapito della futili apparenze, Too Many Humans, è un lavoro che cela una sensibilità onesta e rediviva, manifestata sotto chili e chili di rumore e feedback. Lo Sciame sa tirare su un bel polverone sonoro, costruendo anche trame più melodiche che non sembrano cedere a nessun compromesso; facendo intravedere anche qualche avanguardia che potrebbe fungere da nuova base per l’evoluzione futura. A tratti, l’impressione è che Lo Sciame non voglia sparare tutte le cartucce a propria disposizione, e questo rende ancora più intrigante il futuro prossimo della band … nice try!

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recensito da Poisonheart
Poisonheart hearofglass

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