Time (ep) – Be a Bear

E’ tornato Be a Bear! Dopo il sorprendente successo di Push-e-Bah (2016), che ha fatto salire agli onori della cronaca musicale Filippo Zironi, come il primo artista in Italia a realizzare un album interamente con iPhone! Ma è davvero tutto qui? Basta una trovata geniale, come quella di registrare un disco nella massima espressione do-it-yourself, per avere un trafiletto nel grande libro della storia? Forse sì, ma in fondo non è importante soffermarsi sul gesto in sé di Be a Bear, ma sul superamento di quel primo ostacolo, che per molti musicisti può essere un muro di cinta insormontabile: registrare e promuovere la propria musica!
Time Be a BearCon Time, uscita pre-primaverile in formato ridotto (ovviamente per La Sete Dischi), Be a Bear rimarca il suo modus-operandi con un extended-play che ripropone la soffusa Time (già apprezzata in Push-e-Bah), ed altri tre brani inediti, ma appartenenti alle “sessions” del disco precedente. Un’appendice importante, specie per chi non aveva colto le peculiarità della musica di Be a Bear: tatuata elettronica minimale, tanto ritmata ed orecchiabile da idealizzarla come nuova frontiera independent; niente liriche o rime generazionali, solo sospiri, soffi, iati, onomatopee che dipingono meglio di qualsiasi parola, la fugace e feroce quotidianità a cui siamo sottomessi.
Wake up!, ad esempio, è un susseguirsi di stati melodici lineari, che nel loro insieme risuonano squillanti e vibranti come una sveglia alla mattina. E’ il tedio della giornata che sta iniziando, a delineare speranze e desideri, elaborate in quei pochi secondi che precedono il risveglio.

Con My Everest è il sintomatico richiamo dell’euro-pop a superare le barriere del tempo, a suonare così anacronistico che potrebbe essere ascoltato su di un vinile dalla copertina vintage; eppure gli ermetici beat digitali non mentono sulla propria età, e si ritorna facilmente al presente!
La cadenza meravigliosa di Wine or Beer, il divenire delle compresse tonalità synth e quel ritorno all’idea della musica suonata nel silenzio della propria camera, fondono la solitudine con la pacatezza di una qualsiasi giornata di sole, tanta è l’empatia e la nostalgia che la ballata infonde.

Sinuosi e spontanei arrangiamenti, chiariscono definitivamente che la ricerca musicale di Be a Bear non è frutto di un cazzeggio da smartphone, che comporre canzoni non è come creare in 5 minuti una suoneria midi con il tuo vecchio nokia 3310, che ogni mezzo per fare musica è valido, se sotto c’è la passione e la voglia di realizzare qualcosa di originale e di personale. Con Time, viene voglia di riascoltare subito Push-e-bah, e di riflettere su come la musica indipendente stia cambiando, proprio perché è l’indipendenza dei giovani artisti ad essere minacciata … meditate ed ascoltate!

Be a Bear facebook
La Sete Dischi sito ufficiale

recensito da Poisonheart

   

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