The Wind – Warren Zevon

Dura la carriera per i cosiddetti cantautori! Specialmente per quelli che preferiscono le origini: il folk e il blues.
Come Warren Zevon, artista complesso e poliedrico con un sincero e profondo senso della musica, fin troppo eclettico per un mondo discografico impregnato di meteore fulminee da classifica. Entra nel mondo musicale a trent’anni dopo una lunga gavetta nel settore, e subito raggiunge il successo con un sound ammiccante, in bilico tra un blues frizzante e un rock corposo. Capace di salire alla ribalta nel 1978 con Exitable Boy (nel quale è contenuta l’omonima canzone, oltre che la celeberrima Werewolves in London) per cadere nell’anonimato per tutti gli anni ’80. La crisi espressiva, l’alcool, la depressione e i soliti fantasmi di una vita rock ‘n’ roll.

The Wind - Warren ZevonNel 2000 si riprende ciò che gli spetta con Life ‘ll Kill Ya, in cui manifesta il suo profondo sarcasmo verso tematiche tetre ed  ipocondriache, che spesso sfociano in echi dissacranti paventati da un ombra oscura, quasi funerea. Un cantastorie disinteressato, libero, senza peli sulla lingue. Due anni dopo, annuncia di essere malato di cancro. Ed intraprende la sfida (ed il desiderio) di registrare un ultimo disco.
The Wind è l’essenza blues più radiosa degli ultimi anni. Chiama gli amici di una vita e decide di dare fondo alle sue poche energie per un progetto ambizioso. Con Bruce Springsteen duetta in Disorder in the House, un lancinante rock-blues da strada, con reminiscenze anni ’70: ubriacante l’assolo finale! Compare inoltre una versione del classico di Dylan, Knockin’ on Heaven’s Door con lo stesso Springsteen, assieme all’amico di lunga data Jackson Browne, come voce in background. Lasciate perdere le menata pompose di altre cover-rock, questa versione con chitarra slide è seconda solo all’originale!

Il disco apre con questi versi che non lasciano spazio ad interpretazioni: «Some days I feel like my shadow’s casting me / Some days the sun don’t shine». E’ Dirty Life & Times, una confessione personale ed agrodolce. Warren Zevon sa che perderà la sua battaglia, ma non rinuncia a combattere. Tuttavia, The Wind è intriso di una serenità celestiale che si estende oltre l’orizzonte, ballate calde folk-rock come Numb as a Statue o Prison Grove sorprendono per la loro lungimiranza. In quest’ultima il redivivo Ry Cooder partecipa con la sua slide guitar.

Le atmosfere del disco sono variopinte, e rinascono in un rock avvincente: «Me tired? Well boo-hoo! I’m starting to fall in love with you». The Rest of the Night vede come ospite Tom Petty che accompagna Warren Zevon alla voce. Rub me Raw tira fuori le palle presentando un riff sprezzante di carica blues, senza inibizione alcuna, il cantautore esprime il suo stato d’animo: «Went and told my psychic I said “Keep it to yourself / I don’t wanna hear it and don’t be telling no one else.”». Molto più riflessiva invece Please Stay, platonicamente decadente grazie al contributo del pianoforte in primo piano.
Il disco si chiude con l’ultima perla di Zevon, una delle migliori canzoni mai scritte dal cantautore, sto parlando di Keep me in your Heart. «If I leave you it doesn’t mean I love you any less / Keep me in your heart for awhile», non vuole essere un commiato triste e solitario, anzi rappresenta una celebrazione dell’amore e della vita in tutte le sue forme. Una scarna chitarra riesce a far scivolare emozioni che straziano il cuore.
Il dolce congedo di Warren Zevon, al suo pubblico più fedele.

The Wind viene completato in tempo, ed esce nell’agosto del 2003. Il cantautore si spegne per sempre, alcuni giorni dopo, il 7 settembre. Il pubblico distratto riscopre così un grandissimo compositore, nonché una voce sublime e fuori dal coro, e come tristemente accade è solo una gloria postuma: il disco viene premiato con due Grammy Awards. Alcuni anni dopo, il revival continua: molte sue canzoni compaiono come colonna sonora negli episodi della controversa, nonché geniale, seria tv americana Californication, con David Duchovny. Attenti però, The Wind non è il miglior disco in assoluto di Warren Zevon, sia ben chiaro e questo dovrebbe far riflettere perché suona divinamente;  fa intendere profondamente che tipo di artista geniale egli sia stato, fin troppo sottovalutato e snobbato dalla critica e dal pubblico. Specialmente da quest’ultimo.
Da buon amante della musica a buon amante della musica: scopritelo !!!

recensito da Poisonheart
Poisonheart hearofglass

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