The Rise and Fall of Black Metal (parte II)

La scena black metal norvegese sembra essere nata verso la fine degli anni’80 nel negozio di dischi posseduto da un certo Euronymous (noto anche come cantante dei Mayhem) ad Oslo. Il signore in questione aveva a cuore le band emergenti della zona, tanto da fondare una sua etichetta discografica, la “Deathlike Silence Productions”, la quale aveva sotto contratto uno dei personaggi sconvolgenti della storia del black metal: Varg Vikernes, in arte Burzum. Da quel giorno la Norvegia non era più un posto sicuro.

Era infatti il 6 giugno 1992 quando venne data alle fiamme la chiesa medioevale Stavkirke di Fantoft; ad appiccare l’incendio fu presumibilmente Burzum, il quale pensò bene di fotografare la sua bravata e di metterla come copertina del suo primo EP “Aske” (1992). Tuttavia non si era trattato di un semplice caso isolato, già, perché in quell’anno furono incendiate ben 52 chiese e profanate 15000 tombe; le indagini degli inquirenti portarono alla luce la presenza di una sorta di una setta satanica, i media la rinominarono: ” Black Metal Inner Circle”.

La polizia scientifica norvegese nel frattempo trovò nelle varie “scene del crimine”, le impronte di tre individui: Bård Faust e Samoth (rispettivamente batterista e chitarrista) degli Emperor, e quelle di Burzum. Solo Vikernes finì dietro le sbarre, perché i membri degli Emperor erano ancora minorenni e il tribunale decise di lasciarli in libertà, ad ogni modo la permanenza di Burzum in carcere è breve, sei settimane dopo, infatti, sarà scarcerato per mancanze di prove schiaccianti. Nella “setta”, se così la si vuole chiamare (Vikernes ne ha sempre negato l’esistenza), erano presenti altri esponenti della scena black metal, tra cui i Dissection e i Darkthrone, i quali parteciparono anche loro alle scorribande della Inner Circle, anche se in modo più pacato.

Tornando alla musica, il black metal può essere definito (in maniera blasfema!) come ultimo stadio del punk: riff monocordi, quasi completa incapacità di suonare gli strumenti ed uno screaming da oltretomba. Nei testi sono presenti ideologie di estrema destra (in molti casi si sfiora la xenofobia) e anticristiane, ed ammiccamenti alla cultura pagana vichinga. Nella terra dei fiordi la situazione peggiorò, dopo qualche mese dall’uscita di “Aske”: l’attrito crescente tra Vikernes ed Euronymous (quest’ultimo veniva giudicato da Varg come un incompetente per aver pubblicato il disco d’esordio con un titolo scritto in modo errato).
La goccia che fece traboccare il vaso fu quando Varg venne a sapere che Euronymous aveva intenzione di torturarlo legandolo ad un albero e di filmare il tutto. Una notte Varg decise di andare a trovare Euronymous nel suo appartamento, e la discussione tra i due degenerò prevedibilmente, sfociando in una colluttazione violenta , il cantante dei Mayhem tenta la fuga per le scale ma Vikernes riesce a raggiungerlo e a sferrargli diversi colpi con un coltello fino a ridurlo in fin di vita. Storie vichinghe!
Burzum finì presto in galera con il massimo della pena imputabile in Norvegia, ovvero 21 anni.
Nonostante la detenzione di Vikernes sul mercato arrivano comunque suoi nuovi dischi, il merito va alla giornalista musicale italotedesca Tiziana Stupia, la quale fonda la casa discografica Misanthropy Records per pubblicare tutto il materiale rimasto inedito. A sorpresa, visto il genere di nicchia, i dischi di Burzum arrivano nella top 20 inglese!
Il Black Metal intanto continua ad evolversi, ed il colpo di coda arriva nel 1999 dagli Immortal con il loro quinto album “At The Heart of Winter”, ahimè non basta ed il black viene contaminato irreversibilmente dal Thrash Metal americano, e da qualche spruzzata Maideniana. Dopo tale lavoro però, nessun’altra band è riuscita portare nuova linfa al Black Metal e tutta la scena imploderà in men che non si dica. Con la buona pace dei cristiani … credo!


La Firma: Mighell
Mighell heartofglass

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