The Clash – The Clash

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The Clash - The ClashI Clash si formarono nel 1976 quando Bernie Rhodes, capito il piano che sta intraprendendo il suo amico-nemico Malcolm McLaren con i Sex Pistols, decide di copiarlo. Per farlo si affida alle ceneri del gruppo proto-punk London SS (Mick Jones, Paul Simonon e Keith Levene) e ad un cantante di pub rock che si fa chiamare Woody Mellor (il quale cambierà poi nome in Joe Strummer) e infine ad un batterista di nome Tory Chames.
Dopo poche prove però decidono di scaricare Keth Levene (futuro chitarrista dei P.I.L. di Johnny Rotten) perché sembra poco integrato, ma nonostante (o grazie a) ciò la fama del gruppo nell’ambiente cresce e Bernie cerca di mettere sotto contratto il suo gruppo; dopo un deludente demo per la Polydor, il gruppo firma nel gennaio del ’77 per la CBS per la cifra di 100000 sterline.

Dopo l’uscita del singolo White Riot/1977 iniziano i lavori per il primo album, da cui si notano subito alcune importanti differenze coi “cugini” Sex Pistols: infatti mentre i primi sono nichilisti e anarchici, i Clash preferiscono lanciare messaggi per istruire i giovani sulla situazione politico-sociale inglese. Sul piano musicale invece il suono è quello tipicamente punk: povero di accordi e veloce, insomma il solito suono made in Ramones; anche se ogni tanto Mick Jones regala qualche perla frutto della sua esperienza.

L’album comincia con “Janie Jones“, dedica ad una cantante degli anni 60 finita in prigione per sfruttamento della prostituzione; “Remote Control” pesante critica verso i paesi bigotti e la casa discografica E.M.I. complici secondo il gruppo, nel fallimento dell’ Anarchy Tour. “I’m so bored with the U.S.A.” critica nei confronti degli Stati Uniti e del “colonialismo culturale” da essi perpetuato; “White Riot” che viene ri-registata per l’occasione, è ispirata dai disordini avvenuti l’estate prima durante il carnevale di Notting Hill detti “black riot” (a causa del coinvolgimento soprattutto di persone di colore) e a conseguenza del quale Joe propone una rivolta a cui prendano parte anche i cittadini bianchi. “Hate & War” è una canzone contro gli hippies e il loro peace & love rivelatosi un fallimento; “What’s my name” è l’unico brano del periodo a 5 dei Clash e infine a chiudere il lato “Deny“.
La seconda facciata si apre al grido generazionale “London’s burning“, seguita dalla cruda realtà della disoccupazione in “Career opportunities“, seguono le mediocri “Cheat” e “Protex blue“, la cover del successo reggae di Murvin “Police & Thieves“, “48 hours” e “Garageland“.

Nel 1979 la CBS decise di pubblicare l’album anche negli Stati Uniti, questa versione però sostituisce i brani meno riusciti nell’edizione britannica (Deny, Cheat, Protex blue e 48 hours) con canzoni uscite come singoli Clash City Rockers, Complete control, (white man) In hammersmith palaisI fought the law e Jail guitar doors, per questo consiglio l’acquisto di quest’ultima versione.

recensito da It Was
M_It Was

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