Scars – Trauma Forward

Dalla spiccata necessità di progredire e realizzare della musica trasversale a qualsiasi genere, il progetto Trauma Forward nasce nel 2012 tra le mura casalinghe di Davide Lucioli e Jacopo Bucciantini, miscelando sperimentazione ed esigenze melodico-filosofiche. Un sodalizio artistico homemade, che grazie ad una rotonda essenza artistica e concettuale, ha avuto la forza di svilupparsi e di coinvolgere via via altri musicisti (Francesco Zuppello e Michael De Palma), arrivando a limare quelle primigenie idee rudimentali e a trasformarle in un manifesto del dolore e della sua naturale trasformazione. Scars è il tratto di mezzo di questa evoluzione umana, una “progressione del dolore” delineata con efficienza dal duo Lucioli-Bucciantini sin dalla scelta del nome del progetto. Uscito sull’imbrunire dicembrino del 2016 con la complicità della LM European Music, il disco ha una forma prettamente strumentale, alleggerito da alcune soluzioni vocali che hanno più la parvenza di un latrato selvaggio che di un linguaggio di comunicazione universale. 
Scars Trauma ForwardSin dalla scelta della cover-art, è chiaro come i Trauma-Forward trasfigurino la spazialità della forma portandola su territori musicali, ottenendo un risultato sonico-tridimensionale simile a quello dei potenti e famosi “tagli” nelle tele di Lucio Fontana. Eppure oltre la perentorietà di questi tagli sulla superficie dell’oscurità, è possibile scorgere un mondo colorato e sconosciuto, ove manichini impersonali si muovono meccanicamente alla ricerca di qualche indizio delle proprie emozioni. Complesso nella sua evoluzione filosofica, in Scars i Trauma Forward raccolgono il millenario “sapere” umano e tentano di dipingere una tela musicale che parli nell’uomo e della sua trasformazione, poiché l’uomo stesso -con i propri vincoli e limiti emotivi- non sarai mai capace di delineare una bozza del proprio profilo. Con queste premesse, è chiaro che siano dinanzi ad un progetto articolato e d’avanguardia, che gioca sul dinamismo degli arrangiamenti, senza crogiolarsi su generi o stili particolari. Seguendo un flusso sperimentale apparentemente aleatorio (l’ombra delle “strategie oblique” incombe), i Trauma Forward trovano nella tensione e nella vivacità delle scelte melodiche, i dettagli che l’ascoltatore dall’orecchio fino potrà apprezzare.

Difficile citare un brano in particolare all’interno di Scars, poiché il miglior modo per apprezzare il disco è quello di ascoltarlo tutto d’un fiato lungo il suo flusso di coscienza, e solo successivamente trarne le personali conclusioni. Giustificata la lunghissima gestazione, si possono apprezzare momenti ricolmi di pathos, e parentesi più morbide; così se l’apertura barocca d’organo di Into the labyrinth evoca un possente prog-rock blakeiano alla Atomic Rooster, l’evoluzione del disco si concede pause più melodiche, come non rimanere piacevolmente sorpresi dagli arpeggi celestiali di Red Shadow o dai gorgheggi dilatati quasi ambient di Cloud in a bottle. Dal minutaggio piuttosto contenuto, vista la vocazione compositiva del duo Lucioli-Bucciantini, ciascun brano si collega al successivo mediante un flusso emotivo dapprima oscuro, poi via via sempre più nitido. Dall’ermetico kraut-rock di Sometimes I feel, alle arie primaverili di Waitin’s four seasons, approdando alla schizoide Scars: i tagli sulla tela svelano man mano la tridimensionalità dell’esistenza!
Da citare le belle soluzioni elettro-pop di Foggy Hills e i folti arrangiamenti di A rusty piece of mind, ove diversi livelli sonori si sommano e s’incrociano in una ballata dalle doppie velocità; mentre il finale di Woman with parasol mischia la classicità occidentale con l’esoterismo orientale, confezionando un collage universale tanto versatile, quanto non immediato nell’apprendimento … ma il bello sta proprio qui!

Attraverso maschere bianche senza espressione -poiché i messaggeri non hanno volto-, i Trauma Forward in formazione a cinque (con la recente incursione di Francesco Presentini), si stanno cimentando nella dimensione live, ove sicuramente snoccioleranno con maggiore enfasi quella tensione che in Scars è già naturalmente presente. Anche perché all’orizzonte, quanto approcciato in questo primo disco, sarà ampliato ed approfondito con altri due capitoli, completando così una trilogia che si preannuncia davvero ricercata e profonda. 

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recensito da Poisonheart

 

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