Q: Are we not men? A: We are Devo – DEVO

I DEVO ? Una nuova società post-industriale caratterizzata da continue mutazione del DNA, apocalittica e fortemente nuclearizzata, in cui la musica recupera suoni e strutture primitive. Sarebbe più calzante questa definizione, piuttosto di quella che vorrebbe i DEVO uno dei gruppi più geniali e allo stesso tempo demenziali degli anni ’70. Alla base della loro musica c’è il concetto di ‘De-evolution’, come dire “l’inizio parte dalla fine”, o per farla rimanere più impressa nella memoria In the beginnig was the end, come durante i concerti visionari in cui i DEVO si cimentavano. Il mondo gira alla rovescia, insomma! Una visione che i DEVO interpretano in maniera assolutamente non pessimistica; anzi la novità sta proprio nell’affrontare questa nuova condizione con ilarità e umorismo, senza perdere di vista il lato critico ed intelligente della realtà che li circonda.
Dei profeti-clown verrebbe da dire …

Q_Are we not men  A_We are DEVODEVO è una filosofia, un modo di essere e di concepire la realtà con uno stile ed un marchio di fabbrica ben definito, bizzarro sicuramente, ma non casuale. Camici bianchi o tute colorate, a ricordare quelle fosche atmosfere da ‘corsa al nucleare’ in tempo di Guerra Fredda, buffi copricapo conici, spesso anche occhiali coloratissimi da laboratorio chimico.
I fratelli Casale e Mothersbaugh mettono mano agli strumenti già nel lontano 1974, elaborano le loro idee musicali ed esordiscono brillantemente con lp Q: Are we not men? A: We are Devo, nel 1978. Prodotti da Brian Eno, abile a trovarsi sempre nel posto giusto al momento giusto, registrano in Germania, patria di pionieri dell’elettronica come i Kraftwerk. Tuttavia, il disco non contiene nulla che possa associare i due gruppi; i DEVO mettono in musica il concetto di ‘De-evolution’; chitarre ipnotiche e maniacalmente ripetitive, basso e batteria pulsano in tempo dispari, tastiere ed effetti con suoni volutamente primitivi, sgraziati, addirittura stonati. Il tutto eseguito alla perfezione, vedasi la controversa cover degli Stones, Satisfaction, snaturata dalla sua essenza rock ‘n’ roll, i DEVO smembrano la storica melodia e la re-inventano secondo i loro codici “de-evolutivi”.

«Yeyeyeyeyeyeeeeeeeeeeyeah !» così apre Uncontrollable Urge, stravagante nella sua demenzialità verso un non precisato “desiderio senza controllo”; i testi sono spesso criptici e apparentemente folli, tuttavia alcune sfumature sono chiare: i DEVO profetizzano e descrivono la società urbana di massa, timorosa e facile da persuadere da chi detiene un potere despota. Esempio calzante nei versi: «You got praying hands, they pray for no-man» di Praying Hands, alienante dichiarazione di “non-volontà” di una massa incolore.
Atmosfere elettrico-orientali in Space Junk, che perlopiù è un pezzo strumentale; mentre decisamente post-punk è l’irriverente critica ad una società che non accetta i “diversi”, Mongoloid, in cui primeggiano versi innocenti ma appuntiti:

«And he wore a hat
and he had a job
and he brought home the bacon
so that no one knew
»

Atmosfere pressurizzate e industriali in Jocko Homo, inno alla devoluzione, in cui le voci di Mark Mothersbaugh e di Gerald Casale sono quanto di più ridicolo possa esistere. «We lost our tails, evolving up, from little snails»; il videoclip di questo singolo incarna alla perfezione il clima di guerra fredda giocato a suon di testate nucleari.

Il lato B invece contempla canzoni meno d’effetto, lasciando spazio agli strumenti e a quella ricerca musicale mai casuale. Si possono trovare sprazzi post-punk apocalittico, come in Gut Feeling (il titolo è tutto un programma!),  oppure veloci swing elettronici come in Come Back Jones, o ancora accattivanti atmosfere calde come Shrivel Up, una delle migliori del disco. In cui un giro di basso ammiccante è la base portante di un brano sempre molto intelligente: «It’s a God-Given law that, you’re gonna lose your maw».

I DEVO hanno distrutto i canoni convenzionali della musica degli anni ’70, rielaborandola secondo il principio della de-evoluzione, un processo che ha inglobato gli stessi interpreti incapaci di “evolvere” in altre forme o di slacciarsi dalla quella indelebile etichetta. Eppure, sono stati fonte di ispirazione per la successiva generazione musicale, che essa sia punk, new-wave o elettronica. I DEVO non appartengono a nessuna categoria o etichetta; e se è vero che il mondo gira alla rovescia allora Q: Are we not men? A: We are Devo da qualunque parte lo si guardi o ascolti è sempre un capolavoro assoluto.

recensito da Poisonheart
Poisonheart hearofglass

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