Punk’s not dead – Archvile

Il punk non è morto: si è solo trasferito in rehab.
Innaffiare il 1977 e figli, di belle parole di lode e qualche singhiozzo nostalgico non riporterà di certo armonia, né tantomeno desterà l’attenzione, di un Belpaese che ha sempre avuto poco feeling con il punk. Perciò affidiamoci alle giovani leve, sperando che non siano tutti succubi di Mtv!
Gli Archvile fanno al caso nostro: sporcando i muri di Formia con il loro punk semplice, diretto, mai particolarmente dotato, ma proprio per questo estremamente sincero e pronto all’uso. Lo scopo è principalmente quello di divertirsi, prendendosi quasi mai sul serio, ridicolizzando quel buffo e stereotipato mito del rock ‘n’ roll.

Ingredienti di facile intuizione: chitarra sostenuta da fulminanti bar chords con il basso a rincorrere e batteria inviperita divisa tra rullante, charlestone e qualche botta al piatto per spezzare il ritmo. Niente di nuovo, niente di diverso, niente di trascendentale; eppure sufficiente per scatenare un pogo libertino dalle velleità alcoliche.
Testi irriverenti, sboccati e sfacciati, vomitati con rabbia per un onesta congestione alle autorità: che portino il nome di genitori, professori o uniformi poco cambia! L’universo di questi ragazzi è dominato da una ribellione naturale, da un alienazione razionale alla propria età e status sociale, che li porta ad affermare (pardon, suonare!), con pizzico di ingenuità Punk’s not dead. Un ep di 5 tracce + 1, che non fa mai strappi alla regola; un punk urbano che prende molto dall’embrionale hardcore di Darby Crash, ma ha patria nella  N.Y. dei padrini Ramones (la cover di Commando non è un solo un omaggio!).

I secondi iniziali sono estirpati dalla pellicola SLC Punk (cult-moovie scanzonato passato inosservato in Italia!): la guerra ai genitori è dichiarata; bersaglio prediletto della band, che tocca l’apice nel brano più sofisticato (assolo compreso nel prezzo!), Barba e Capelli. Come una vendetta personale, gli Archvile passano i rassegna gli altri nemici fidati: dall’amore in Mi fotti il cervello, all’orticaria verso il covo-bunker scolastico in Brucia la scuola; quest’ultimo, simpatico jingle da marcia scapestrata.
I conti tornano con Sono stanco, summa universale dei lamenti dispotici della band, che non ancora paga, versa ancora l’ennesima tanica di benzina contro i massimi sistemi della vita. Il tormento di questi ragazzi si riassume confusamente in: «voglio voglio non voglio niente / spero solo in un’inconveniente!». Nichilisti, ma con licenza di combattere; in fondo la speranza è l’ultima a morire, o al massimo fa compagnia al punk, in rehab!

Utile per chi, già oltre i 40, riascolta con piacere quella dolcissima teenage against e sorride: in fondo tutti siamo stati un punk ai tempi della scuola … solo che non ce lo ricordiamo più!

 Archvile myspace
Archvile facebook
Archvile sito ufficiale

recensito da Gus

 

Share

2 Risposte a “Punk’s not dead – Archvile”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.