Promo 2010 – Christine Plays Viola

christine plays viola  promo 2010Ian Curtis è resuscitato !!!
Almeno questa è l’impressione al primo ascolto di Christine Plays Viola, band dalla wave affogata in acque agitate di nero e di tendenze eletto-pop. Dall’abruzzo viene rimarcata la nostalgia per un epoca mai veramente entrata nel dna italico, arrivata tardi (e mal vestita!) con l’appuntamento wave, senza riconoscerne le caratteristiche perculiari di un movimento divenuto poi fondamentale per il pop successivo!
In questo promo possiamo assistere ad vademecum darkeggiante su tutto ciò che fu la musica elettronica dei primi anni ’80. Emulazione dei soliti grandi nomi, partendo proprio dalle performance vocali del compianto leader dei Joy Division o dei funambolismi di Peter Murphy, passando per la più recente produzione targata Depeche Mode. Synth che sputano fuori suoni cupi, cavernosi, ben miscelati tra loro alla ricerca di quella decadenza tanto amata e tanto nostalgica. Toni grevi di basso da assalto SWAT, batteria petulante nello stesso roboante beat ripetuto meccanicamente, lividi di chitarra semplici e ben accuminati, lontani ma non troppo dai giri celebrali di Kevin Shields.

Tuttavia si rischia l’esercizio di bella calligrafia, verso capolavori come Pornography o The Sky’s Gone Out, rivisitati in maniera anacronistica. Gli elementi personali ci sono eccome, vedasi le soluzioni stilistiche ed il ritmo sostenuto di Swallowed cold insanity, ma a volte sono difficilmente scorporabili dal resto della produzione, fin troppo annegati nella pece della memoria dark. Failed to connect heart conduce al medesimo passaggio sul Lete, con le stesse modalità della precedente, in formato più crudo se possibile e risoluto: una pillola lenitiva per qualsiasi mal di testa datato 1982.

Personalmente, solo Witch of silence si sottrae a questa logica, rimarcando una buona forma sonora, ricca di echi e di soffuse influenze vagamente orientaleggianti, senza calcare la mano in effetti troppo retrò o nascosti da livelli e livelli di reverb. E la moderatezza di questo brano viene completamente capovolta dalle esibizioni live di questo quartetto dalle maschere bianche ed inespressive, una carica adrenalinico-decadente che sconquassa ogni certezza precedentemente elaborata. Scontri cromatici deleteri eppure così marcati, che quindi prendono vita in passaggi sonori altrettanto sconnessi … eppure qualcosa di gustoso al palato rimane. La dimensione on stage sembra molto più incline alle tendenze della band, che sfavilla in tutta la sua macabra energia, anche se mi sarei aspettato di vedere una sei corde diversa, ad esempio una Mustang o una Jaguar maltrattata sul palco.

Convinto parzialmente da questo promo, attendo la risposta definitiva per un lp, che mi auguro, mantenga sempre la tendenza dark ma che prenda le distanze dalla golden age anni ottanta …dicono che l’analogico sia out ! Maledizione !!! 

 

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recensito da Gus
 Gus heartofglass

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