Pereira – Federico Cimini

Un uomo e la sua chitarra. Come nel blues. Federico Cimini però non ulula alla luna dopo un sorso di whiskey, parla alla sua gente in una lingua nella quale tutti possono comprendere ed immedesimarsi; racconta delle faccende quotidiane, delle piccole fatiche, dell’ostracismo dei sentimenti. Lo fa in modo sincero, spassionato ma non per questo banale: Pereira è disco di formazione, ma non per chi lo interpreta, bensì per chi lo ascolta.

Federico Cimini - PereiraComposizione chimica: Federico Cimini porta nella musica il calore della sua terra, la Calabria, e la passione per certi valori umani che forse tra banda larga e touch-screen si sono persi tra i suoi coetanei. Classe ’88, ha già alle spalle un ep ed un disco (quest’ultimo pubblicato per MK Records, che ne continua a seguire le orme ancora oggi) nel quale traspare la volontà di una crescita musicale ed umana che necessitano di andare a braccetto. Un ragazzo e le sue ballate agrodolci. Un ragazzo e la sua chitarra per raccontare delle storie. Per insegnare all’ascoltatore (ma anche a se stesso) quali contraddizioni si vivono, quali catastrofi emotive trangugiamo, mentre distrattamente veniamo coccolati dalla comodità e dalla banalità cui è intrisa la nostra epoca. Nei testi e nella musica di Federico Cimini non c’è cinismo o rabbia (come verrebbe da pensare, trattando certe tematiche), tuttavia una lucida ilarità colora ogni lirica ed ogni giro armonico: un cantautore non convenzionali, come ce ne sono stati pochi nel Belpaese (senza fare nomi!).
Pereira viene registrato da Andrea Rovacchi (già con Capossela e Marlene Kuntz) ed in un certo senso viene mantenuta quella limpida capacità musicale di mettersi al servizio delle storie e delle vicende che Cimini ci vuole far conoscere. La struttura dei brani è diretta, la chitarra prende una dimensione cristallina ed il manierismo acustico non viene intaccato da effetti o distorsioni, solo l’accompagnamento sporadico al pianoforte rafforza la potenza evocativa di un cantato onesto e vivace.

Altri componenti: è un meccanismo letterario, un espediente da scrittore di professione, raccontare vicende di vita comune, che tutti hanno più o meno vissuto, ma alternando la propria esperienza alle possibili esperienze degli altri. È questa forma di stesura dei testi che arricchisce la proposta di Federico Cimini, che non ha eguali e non ha emuli credibili; poiché per far questo ci vuole tanta ma tanta empatia, e di questi tempi è merce rarissima!
Il coro con cui si apre Bianca, serve ad accompagnare per mano l’ascoltatore verso l’universo di Pereira, che svolge il suo papiro in un denso racconto adolescenziale che fa comprendere come certe insicurezze giovanili uno se le porta in tasca anche quando i capelli sono diventati un poco più grigi. La parlata è intima ed affabile ed il pianoforte enfatizza questa timida e tenera condizione.
Il primo singolo estratto è il brano che prende il nome dal disco (tabucchiana memoria) e già nel videoclip si può apprezzare tutta la spontaneità dell’autore. Una ballata composta da arazzi sparsi di esperienze di una giovane ragazza in bilico tra la fretta di vivere tutto e la voglia di rimanere sola con i propri pensieri. La struttura dei brani non presenta strappi evasivi a livello armonico, dominano le alchimie acustiche ad eccezione forse dell’istrionica Pelleliscia (nel quale compare anche Simone Cristicchi), accompagnata da un organetto dal piglio circense per raccontare con tono scanzonato come troppo spesso non si possa fare a meno di vivere in maniera così disinteressata da non distinguere più ciò che il presente vorrebbe insegnare.
La filastrocca Stella Cadente riporta ad atmosfere fanciullesche per insegnare qualcosa di più grande ed irraggiungibile con le mani, alla maniera de Le Petit Prince di Saint-Exupéry; non meno incisiva è la dissetante Blu, che vuole prendere il sole in santa pace e gridare alla libertà più pura con un bel costume anni ’60.
Bruno l’erede di Pino (altro cameo con Kutso) racconta come talvolta la ricerca “dell’eredità” (metafora indisponente verso l’abitudine di conformare tutto alla media) può essere davvero sgradevole, come il vizio tutto italiano di imbucarsi o saltare sul carro dei vincitori al momento opportuno.

Avvertenze per il lavaggio: chiudo con l’arpeggio di Il Mondo Diverso, nel quale Federico Cimini accosta gli opposti per spiegare i simili, ed in una ballata intimista svela il desiderio di emanciparsi senza dover dare giustificazioni agli altri. E’ un cammino di formazione si diceva, per raggiungere un equilibrio sia dentro che fuori, per permetterci di sopravvivere in un mondo che di diverso non avrà mai niente, ma che talvolta nel sognare trova la sua dimensione serena. Pereira è un disco positivo, un’iniezione di speranza che può cambiare l’esito di una giornata.

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MK Records Label sito ufficiale

recensito da Bambolaclara
BambolaClara heartofglass

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