Parallel Play – Helka Wu?

Parallel Lines - Helka WuQualche giorno prima di pubblicare questo articolo mi segno da qualche parte che il 15 maggio dell’anno corrente uscirà l’Ep Parallel Play dei misteriosi e famelici Helka Wu? L’informazione di per sé non mi dice niente, salvo poi ricordare che congiuntamente vedrà la luce anche un videoclip, e questa cosa mi ingrassa assai, special modo dopo aver ascoltato le sei tracce di cui è composto il disco. Badate bene, la mia curiosità pagana non deriva da una conoscenza biblica del genere metal, anzi, piuttosto mi stuzzica l’idea di quali macchinazioni possano uscire da un video, che sia musicale o meno. I Helka Wu? sono un trio di Prato (synth, chitarra e batteria) nonostante tutto mi facesse pensare che fossero in quattro e che fossero di origine finnica. Ad ogni modo questa Helka di cui tanto si parla sembra avere un bel caratterino, un po’ lunatica forse, ma di quelle persone buone dentro. Il trio sentenzia che Helka desidera essere amata (She Doesn’t have a purpose is to be loved), ma evidentemente c’è qualcosa che la rende vulnerabile, rabbiosa, reticente all’amore, a tratti viscida, a tratti disturbata. Questa palese contraddizione seminata qua e là con toni pieni di contrasto dai Helka Wu? ha come indizio il disagio che porta in seno la band e che prevale nella loro musica. Non mi metto a spendere righe su generi, sottogeneri, influenze, sfumature del metallo: il trio suona quello che ha dentro, e questo è quanto basta!
Ogni membro ha una propria direzione, e le leggere incrinature del canonico e granitico modello metal si possono ascoltare senza difficoltà lungo ciascun brano. Ad esempio le terse atmosfere balcaniche in Byzantine Debates, o alla deflagrazione punkeggiante in Hessem. La libertà che si prende questo gruppo è priva di inibizioni, insacca tutti gli ingredienti che riesce a procacciarsi e gli stritola a sé, facendone una poltiglia di indecifrabile lettura. Ma forse l’obiettivo dei Helka Wu? non è condividere, ma di manifestare quell’insofferenza celata, di metterla in un piatto tra il ronzare delle mosche, cosicché tutti la vedano: Cadavre Exquis o Vexames (dalle venature wave) possono essere un manifesto a tal proposito.
Nel mio ascolto mi soffermo più volte su due brani in particolare. Il primo è Nunc col quale si apre questo ep, e i primi 20 secondi sono spassosissimi in quanto la sperimentazione è livida ed autentica, salvo poi affondare il colpo in un lief-motiv rabbioso; ma quando tutto sembra scontato, riecco gli echi dissonanti di un delirio tribale, di un’evocazione spiritica. Sorrido e riascolto. L’altro brano che mi prende, solo per un’allusione a Stairway to Heaven che forse colgo solo io, è Stalinway to Lenin che tenta una rapida detonazione dallo spirito hardcore e dai battiti febbrili.
Le americane Placenta Recordings e No Lights Tonight Records pubblicheranno Parallel Play, così come la tedesca Fuck Your City Records, e questo potrebbe piacere ad un pubblico già di natura aperto mentalmente; in Italia l’arduo compito spetterà alla Edison Box Records. Tuttavia se i Helka Wu? sapranno equilibrare i volumi e le sonorità, canalizzando la propria energia in un segmento comune e rimanendo fedeli a quella splendida libertà musicale, forse quell’ingrato compito di divulgare la musica non sarà così impossibile. E poi sarebbe ora di trovare un ragazzo simpatico a questa Helka; un amico da presentarle io ce l’ho …

Helka Wu? Facebook

Helka Wu? You tube

recensito da Poisonheart
Poisonheart hearofglass

 

Share

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.