Out of Time – R.E.M.

1988: la band di Athens, dopo una lunga gavetta tra le stazioni radio universitarie, abbandona la I.R.S Records per firmare con una major, a voi la svolta! La Warner Bros da alle stampe lo strepitoso lp dai connotati ecologisti e sociali,  Green, e di fatto si spalancano le porte del mainstream, preparando contemporaneamente il terreno per quello che sarà l’andazzo anni novanta. I R.E.M. lavorano sodo dividendosi in pochi mesi tra gli studi di Athens e quelli newyorkesi di Bearsville, il resto lo fa in fase di mix il fidato Scott Litt, una sorta di “quinto” elemento della band. Out of Time esce della primavera del 1991 e trainato dal singolo Losing My Religion raggiunge presto un successo mondiale, grazie anche alla “oculata e sempre precisa” programmazione di Mtv e ad un videoclip intenso che rimane indelebile nella storia della musica fatta in televisione.

Out of Time - R.E.M.Le liriche di Michael Stipe sono ancora più mature e celano un intelligenza emotiva che pochi altri songwriters possiedono; l’album fonde il pop bubblegum consolidato della band con ballate a tratti rock a tratti quasi folk, influenzate da quelle che sono le arie di Athens. Un concept sulla vita e sulla percezione, che mostra nel lato A ‘Time‘ ed in quello B ‘Memory‘.
Nel primo apre le danze la solennità di Radio Song che nei primi secondi mostra una vena onirica, ben presto sovvertita da un acido  funk dal carattere ironico. Il brano vive per tutta la sua durata di questa contrapposizione, facendone una canzone pop molto radiofonica, nel quale partecipa la voce “nera” di Lawrence Parker  meglio noto KRS-One dei Bolgie Down Production: «I can’t find nothin’ on the radio / Yo. Turn to the station».

Il mandolino suonato da Peter Buck è l’inconfondibile intro di Losing My Religion,  atto sincero di confessione e di solitudine che esagera nel mostrare alcune contraddizioni tipiche degli anni ’90. Una delle migliori canzoni del decennio, intrisa di una verità quasi veggente: «Oh, no I ‘ve said too much / I haven’t said enough».
I toni cupi di Low vengono ancor più accentuati dall’organo suonato da Mills, oltre che ai contributi di viola/violini e congas (in quest’ ultimo caso per mano di Berry); a rimarcare una sostanziosa varietà musicale ci pensa Near Wild Heaven, cantata dallo stesso Mills, capace di anticipare i ritmi malinconici ed intensi del successivo Automatic for the People. Il lato si chiude con la strumentale Endgame, nel quale si assaporano suoni vagamente folk cosparsi di una leggera una mielina acustico-sognante.

Il ‘Memory Side‘, si apre con Shiny Happy People altro singolo gettonatissimo, una sorta di “canzone dell’allegria” nel quale partecipa in veste di backing vocals Kate Pierson dei B-52’s. Per Mtv viene allestito un videoclip coloratissimo e gioioso, rasente al banale forse, con Stipe alle prese con un orrendo berretto arancio indossato al contrario, secondo solo all’abito rosso sgargiante della Pierson. L’ironia la fa da padrona, gli R.E.M. non sono mica degli sprovveduti!!!
Il brano meno pregiato del disco rischia di essere il pasticcio pop-funk di Belong, che nelle intenzioni dovrebbe suonare intima ed introspettiva ma alla fine si trasforma in un brano lento, senza appeal. Decisamente entro i binari Half a World Away, che mantiene la qualità alta stilistica con un sound pop spensierato e melodico ed uno spirito underground mai sopra le righe. Texarkana e Country Feedback personificano l’anima sanguigna del sud, dalla Georgia al Texas appunto, con una passione viscerale e sincera: una struttura di arrangiamento molto curata nel quale convivono momenti di acustici e momenti di puro feedback , come suggerisce il titolo della penultima traccia. Infine, Me in Honey retto da un riff di chitarra dalle arie folk, con Kate Pierson che nuovamente accompagna in un intimo duetto la voce profonda di Stipe. Solamente alla fine si comprende la complessità e l’essenza delle canzoni del lato B:  un vero e  proprio “dark  side della memoria”.

Out of Time rappresenta una tappa folgorante del successo dei R.E.M. che trova consolidamento nel successivo biennio grazie a un ispirazione musicale geniale e liriche mature e penetranti. È il miglior regalo che potete farvi, un disco master-price che troverete persino nei più infimi giornalacci da supermercato: un disco di valore assoluto che ha influenzato la maggior parte degli artisti del decennio scorso.
Da ascoltare con le orecchie e con il cuore.

Ascolta Out of Time qui

recensito da Poisonheart
Poisonheart hearofglass

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