Non per un dio ma nemmeno per gioco. Vita di Fabrizio De André – Luigi Viva

Non per un dio ma nemmeno per gioco. Vita di Fabrizio De André - Luigi VivaFabrizio De André, di certo non lo scopriamo oggi, è stato una delle figure intellettuali e musicali più ispirate e controcorrente dell’Italia degli anni sessanta e settanta; eppure nonostante la sua prematura scomparsa e il doveroso amarcord di canzoni cantate da molti come filastrocche a squarciagola, non c’è mai stato effettivamente alcun artista a prenderne in toto l’eredità artistica e portarla nel nuovo millennio. Luigi Viva, amico di lunga data di De André, ne traccia un profilo -più umano che artistico- in una biografia postuma ricca di aneddoti e spassosi episodi, eppure molto lineare ed austera nella lettura. Già curatore di un volume sul chitarrista Pat Metheny, Luigi Viva detta il ritmo di Non per un dio ma nemmeno per gioco, dedicando una buona fetta del libro alla giovinezza ed alla formazione di Fabrizio De André, soffermandosi con grande accuratezza nell’ambito famigliare che ne ha forgiato la tempra ed il carattere libero ed ostinato. Così tra i brevi capitoli scopriamo la passione per la campagna di Revignano d’Asti durante l’infanzia trascorsa in esodo dal nazifascismo, o la Genova di strada, dei bordelli e delle feste tra musica ed alcool, arrivando alla Gallura ove sorge la tenuta de L’Agnata, ora rinomato soggiorno vacanze.
Non per un dio ma nemmeno per gioco racconta anche i personaggi e le storie di chi ha vissuto Fabrizio De André da vicino: dalle bravate giovanili con Paolo Villaggio prima di raggiungere la fama, ad una figura fondamentale per gli arrangiamenti degli esordi come Gianfranco Reverberi, passando per le collaborazioni con Francesco De Gregori nello sperimentale Volume 8, o con Mauro Pagani in Crêuza de mä, rievocando anche gli sporadici tour con la PFM.

“Hai dei rimpianti?”
“No. Ho sempre impostato la mia vita in modo da morire con trecentomila rimorsi e nemmeno un rimpianto”

Oltre a toccare senza troppa retorica la cronologia dell’intera discografia di De André, Luigi Viva si concentra con molto garbo anche sulle vicende personali del cantautore: il lato umano del terribile sequestro nel 1979, la perdita del padre e del fratello Mauro -figure fondamentali e sofferte nel corso della sua formazione-, il rapporto col primogenito Cristiano -anch’egli musicista-, nato dal matrimonio con Puny Rignon.

Appassionante ma composto (con allegate foto inedite della giovinezza), Non per un dio ma nemmeno per gioco non è la celebrazione radical chic di un anarchico individualista con il pallino per la canzone d’ispirazione francese (Georges Brassens su tutti) e per le quelle liriche incentrate sugli ultimi (vedasi il meraviglioso testamento musicale di Anime Salve); ma rappresenta con postura e lealtà il ricordo -profondo, ma discreto- di un amico, che ha saputo scorporare con coraggio e fierezza l’uomo riservato e schivo, dall’artista acclamato e rimpianto.

“Amo la musica etnica in genere e in particolare quella sarda, che si esprime attraverso una vocalità che policroma ma autonoma, indipendente cioè da qualsiasi strumento musicale che, in quanto meccanismo, è destinato a contaminare artificiosamente il suono naturale della voce”

Non per un dio ma nemmeno per gioco è edito da Feltrinelli

La Firma: Il Gemello Cattivo

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