Non Ingerire – IbridoXN

Tonalità elettro-rock, come quasi non accadeva da un buon decennio a questa parte. Segretamente, la fine degli anni novanta aveva in cantiere per il millennio a venire, di miscelare chitarre elettriche e sample dall’alito digitale: in fin dei conti non se ne fece mai niente! Di concreto s’intende …
Dal Lazio come tre argonauti in cerca di non so cosa, gli IbridoXN, miscelano un antica pozione che generazioni precedenti avevano lasciato per strada, e mettendoci tanto del loro confezionano un disco che, per le pessime abitudini mainstream,  non è niente male! Beat-box, samples, arrangiamenti sfacciatamente digitali: la band prova a sbancare il tavolo verde del Belpaese come fecero qualche anno fa i Goose (band belga dalle attitudini elettro-indie straordinarie), suscitando la buona curiosità degli amici albionici!
In Non Ingerire ruggiscono le chitarre in apnea su chorus tirati, orecchiabili e dalle liriche attente ai tempi ed alle tendenze sociali. Un buon fiuto per il rumore patinato, distorsioni e feedback controllati, lucidati da una proverbiale cera elettrica, ma che si tiene a distanza di sicurezza da incursioni plebee di matriche techno o house. Niente stilettate da ballroom o da pubescenti dj: il progetto IbridoXN appare serio e cosciente di ciò che fa …

Io non voto sarebbe il miglior inno per il 150esimo dell’Unità (?) d’ Italia. Un brano “battuto” e ruffiano, che senza troppe metafore racconta una storia che tutti conoscono, ma che si tende a dimenticare. Non esiste nessun vento nuovo, nessun corso di cambiamento, il muro è caduto ed è come aver perso le difese. Essenziale il duetto tra la sei corde ed il brusio elettrico che scarica centinaia di watt nei timpani di chi ascolta e, si spera, recepisca che il messaggio in bottiglia non è un sms promozionale.
Tuttavia l’album vive essenzialmente di un rock-pop robusto, vedasi L’anno del Toro, una ballata a pois che senza paura negli abissi urbani si tuffa in un sound mescalinico dalle buone vibrazioni. L’indole acustica fa a spallate con la tecnologia, e privi di inibizioni da band sfodera un trittico di brani pungenti e molto diversi tra loro, dalla crepuscolare calma de Il Seme della Follia, alla clausfrofobica confessione acquatica di Bolla,  passando per la tradizione italica della “canzonetta” in La Giostra. Scenari diversi e sonorità spesso agli antipodi, eppure l’essenza ironica (e per certi versi sana e sacrosanta!) dell’approccio alla musica rimane inalterato.

Abbastanza difficile proporre paragoni altisonanti, quasi nessuna delle band “pseudo” alternative propone un discorso intriso di verità senza cercare i facili consensi: non ci sono storielle di vita vissuta su cui  anche i pidocchi possono immedesimarsi, qui si bada al concreto, senza cercare scuse. L’odio è uno dei brani più ipnotici e bizzarri, un miscellanous che ricorre tanto agli archi quanto al power-chord, senza pasticci o cambi di tempo dal dacile battere del piedino a terra: una delle prove di maturità più interessanti!
Amarcord anni ottanta per la traccia di chiusura, Lo specchio in cantina, un evocativo pop per un pubblico adulto ed esigente: fiati invasi da onde digitali si mimetizzano in un sottobosco acustico e piuttosto amabile.
Questi IbridoXN, non sono i novellini protetti dal magnaccia: una novità sonora interessante assai!

 IbridoXN myspace
Black Fading sito ufficiale

 recensito da Gus
 

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