Nebbia – Gazebo Penguins

Alla soglia dei diec’anni di discografia, consolidata l’età adulta, ed in una scena indie che sta lentamente collassando verso un raffinato mainstream, o si osa provando a salire su una carovana che passa una volta solo nella vita o si rimane rinchiusi dagli affetti dei fans della prima ora: i Gazebo Penguins azzardano verso l’oblio della prima, lasciando però intatte le loro peculiarità.
Nebbia Gazebo PenguinsNebbia (sempre e solo To Lose La Track) è un disco tematico, anche se al primo ascolto non si direbbe, poiché nelle dinamiche di questo lavoro è insita (e ben nascosta!) una maturità artistica che stempera i volumi e le distorsioni, diluendo i contenuti con lo stesso tono confidente degli esordi. L’attesa è stata lunga dall’ultimo e granitico lp (Raudo, 2013), nel quale i Gazebo Penguins ribadivano il loro sgangherato post-hardcore, stampandolo indelebile sui timpani degli ascoltatori come un riconoscibile marchio di fabbrica. Eppure se il cambiamento è lampante nello stile, il quartetto di Correggio, non svaluta l’emo-core di cui è stato grande estimatore, ma anzi lo rielabora in tinte più grigie (nebbiose, forse), allacciandosi emotivamente ad un percorso concettuale imprevedibile ed a tratti quasi claustrofobico. Se conosci la bassa modenese, se vivi nella pianura umida ed asfaltata, la nebbia è uno stato d’animo, non necessariamente grigio o tedioso. Il sole si nasconde dietro un manto uniforme, rallenta la sua carica, ed eccoci dentro Bismantova, logico trade d’union con il passato, in fatto di ruvidezza chitarristica e di talento per i tormentoni ripetuti («anche se sembra tutto nero non andare via»). Si distingue, una maggiore raffinatezza negli arrangiamenti -giochi di suoni rallentati- pur mantenendo una discreta abrasività: Nebbia si presenta nostalgica, distante ed enfatica, come forse mai i Gazebo Penguins hanno saputo osare. Solitudine ed una grigia desolazione cade sopra le teste come un’odiosa coltre umida, eppure è il calore della lontananza a rendere questo disco molto emozionante e riflessivo. Il lungo intro affogato negli echi e nei ritardi di Febbre, è una immensa (quasi copernicana!) novità, oramai abituati con gli attacchi portentosi e fuzzosi; non di meno ecco lo spleen cupo in cui giacciono liriche tormentate dai ricordi: «vedere il mondo, prima che il mondo arrivi a me».

Alchimie elettroniche e piccoli muri sonori vengono eretti nel grigiore di una cantilena che smonta la rabbia, per declinarsi nella matura e responsabile presa di coscienza: Soffrire non è utile, torna ad un tono tardo-adolescenziale, scritto per essere letto solo dagli ex-adolescenti di oggi. Precisi ed indagatori verso nuove frontiere -core, i Gazebo Penguins non martellano più sui timpani e poi sul cuore, ma prendono di mira ricordi in un’intensa scala di grigi. Anche nei momenti più graffianti (la strumentale Fuoriporta), il pulsare della sezione ritmica scambia ululati con una chitarra melmosa e fredda, spianando la strada a Porta, nel quale viene rimarcato (come nella precedente Scomparire) una sorta di idiosincrasia verso il mondo e le sue meccaniche fredde ed impersonali. L’impossibilità di vedere oltre quel muro grigio rappresenta di riflesso la rabbia e la costernazione con cui le azioni personali non giungono mai ad un fine o ad un obiettivo. Il rammarico e l’ostinazione irrompono verso una tensione piovosa che piange su «la città perfetta» di Atlantide, offrendo nuovi ed interessanti spunti di riflessione verso il cammino intrapreso dai Gazebo Penguins. Chiudendo con Pioggia resto solo, se resti con me», forse il miglior pezzo del disco), il quartetto suona a colpi di modulazione verso un art-rock rarefatto, primitivo e selvaggio, aprendosi di fatto un nuovo futuro che esuli dalle scorticate distorsioni hardcore.

Piacevole, anche se non diretto e spudorato come i precedenti, Nebbia è un capitolo fresco e rivelatore per i Gazebo Penguins, che senza svendersi in ballate radiofoniche, trovano le giuste mosse per affondare il colpo con la medesima empatia e sincerità che li ha sempre contraddistinti.

Gazebo Penguins facebook
To Lose la Track sito ufficiale

recensito da Poisonheart

Share

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.