Miasmi – Angelo Sava

Attivo nella scena underground da 5 uscite, Angelo Sava è il rumore del sottobosco, la furia delle distorsioni e dei feedback. Originario di Pesaro, il giovane “manipolatore di suoni rozzi” torna dopo pochi mesi dalla pubblicazione di Addio Pimpa (2016), con un disco che ne è la naturale prosecuzione: Miasmi uscito il 6 marzo, è un lavoro spaccato dal rumore e dalla disillusione.
Prendendo per la tangente il vortice sonico di Swans o The Birthday Party, Angelo Sava annega in litri e litri di gain confessioni e malinconie, in uno stile asciutto che ricorda l’euforica festa-mesta del rumore della seconda metà degli anni novanta italiani. Grazie ad un uso circolare delle chitarre, la coltre di feedback che si genera fa da sottofondo piovoso verso un cantato distaccato nelle emozioni, languido nella forma, ma assolutamente sincero nelle intenzioni. Attraverso ballate metropolitane dall’accento indipendente, in Miasmi si concentra uno spleen virulento, che trapassa nel profondo, proprio perché viene dal profondo. Così, ricordi, sensazioni e passati diversi, s’incrociano in una spirale decadente che vuole solo trovare la forza per poter ricominciare un qualsiasi inizio.
Miasmi Angelo SavaSe gli esordi di Angelo Sava erano caratterizzati da un ermetismo poetico che accompagnava un lo-fi cobalto ed intestino (dopotutto, Suicidio è un disco da riscoprire!), oggi la sua evoluzione passa per l’uso intelligente della distorsione e delle possibilità infinite che il taglio delle frequenze può concedere. Se le liriche cut-up sono rimaste feroci e nostalgiche («il supplizio è il nostro solstizio»), in Miasmi è sicuramente indomabile il raccontare in prima persona gli episodi di un domino, che una volta abbattuta la prima tessera, scatenano un incontrollabile flusso di sensazioni che si propagano per tutto il disco. Da Merlo ed una dipartita che scatena effetti farfalla universali («la scossa ha impaurito il mondo, e ho visto il panico volare»), passando per l’alienazione metropolitana di Disagio, Angelo Sava denuda le emozioni e le abbassa a puri esercizi meccanici, enfatizzando quella routine che è già legge tra gli uomini comuni. Così la violenza delle distorsioni assume le sembianze di un diversivo per confondere, in quanto è nelle liriche che i toni si fanno spietati e sinceri allo stesso tempo, delineando uno stato emotivo rotto e senza lasciar scappare troppe speranze.

Nella ripetitività sonica di Circe – e nei suoi ululati infernali- si frantumano le immagini dell’esilio di un Odisseo moderno che non farà ritorno nella terra natia, mentre nella successiva Brusio, è lampante il legame intrinseco tra le percezioni sensoriali e quello che accade all’esterno, condensando i mille indizi sparsi nel brano, in un verso finale che lascia straniati ed intontiti «Ogni volta che fisso il soffitto, mi pare di udire un brusio». Come nella strumentale title-track, anche la finale Carestia ruota su se stessa in un girotondo solitario, ove il flusso di coscienza combatte con una pura crisi d’astinenza, lasciando parlare quelle emozioni tanto agognate e quel tocco umano da sempre inseguito.

Miasmi è un disco feroce e viscerale più nei significati che nella sua evoluzione noise, portando Angelo Sava a cantare con un distacco azzerato e con una sensibilità livida, che supera qualsiasi aspettativa, per quello che può essere considerato un granitico inno al rumore emotivo!

Angelo Sava facebook
Angelo Sava bandcamp

recensito da Poisonheart

 

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