I Mercyful Fate furono considerati dal P.M.R.C. (l’associazione di genitori famosa per aver introdotto la ridicola etichetta “Parental Advisory” sui dischi) tra le 10 band più oscene, e andava immediatamente censurata per i suoi contenuti “satanici” altamente espliciti.
Con un biglietto da visita del genere, i Mercyful Fate arrivano dalla Danimarca proponendo un sound che si ispira chiaramente alla NWOBHM ma con tematiche (le quali saranno riprese dalle future band black metal) che parlano di necrofilia, sette sataniche, e tante altre pratiche pagane proibite.
Il sabba musicale di Melissa inizia con l’heavy metal sfrenato di “Evil“, con la quale si nota subito la caratteristica principale del singer King Diamond, capace di passare in un battibaleno da tonalità gravi a raggelanti acuti (che farebbero invidia a Rob Halford), i chitarristi Denner e Shermann sono spettacolari dispensando assoli che sono originali anche dopo centinaia di ascolti. Il brano è una continua sorpresa grazie alla maestria nel creare riff complessi ma orecchiabilissimi. Ed ora il brano tra i più censurati della storia della musica , stiamo parlando di “Into the Coven” (‘Nella setta’ nda) che si apre con un’accattivante intro di chitarra acustica che dopo qualche secondo viene accompagnato da un breve lento assolo per proseguire in un crescendo minaccioso fino ad instaurare un duro mid tempo intervallato da stacchi di chitarra acustica.
“Satan’s Fall” sono 11 minuti di cavalcata attraverso una notte dove i spiriti demoniaci vagano in cerca di qualche vittima, oggettivamente è un brano troppo lungo, ma il gruppo sa come non fare annoiare l’ascoltatore.
Un’altra song da segnalare è “Melissa“, una ballata davvero unica nel suo genere, dove il malinconico Re Diamante invoca la fattucchiera per esaudire i suoi desideri.
Se ascoltate black metal e non avete questo album dei Mercyful Fate potete pure lasciare perdere.