Mai nulla di troppo – Lullabier

Lullabier, e cosa poteva esserci dietro a questo nome se non un cantastorie sensibile ed appassionato.
Mai nulla di troppo è un disco aperto mentalmente ai propri ascoltatori, nel quale un cantautorato impegnato ma non troppo, recita sulle onde di un mare musicale variopinto e ricco di sonorità. Una poetica pastellata, fatta di immagini immobili come polaroid scattate da una memoria che si sofferma volutamente sui particolari della natura; in questo disco si assiste ad un contemplare pacato, quasi metafisco, verso l’human behaviour osservato da un punto di vista privilegiato. Allegorie sottili che sbirciano dal buco della serratura oltre quello che agli occhi ci appare, la realtà è spogliata in diretta, così come ogni canzone punta al cuore!

Mai nulla di troppo - LullabierIn cerca di pace apre le danze matissiane, come la brezza salubre dell’alba e richiama subito ad un piacere sincero all’ascolto. Un riff costante ed annegato in un effetto chorus dal sapore acustico concilia con la passionalità di un brano che racconta delle confuse dinamiche della solitudine. E’ un lief motiv ostentato con sicurezza, e che non tradisce all’ascolto ripetuto ed attento.
L’eco orientaleggiante di Nel suo azzurro si fonde ad un beating perentorio che ricorda i primi esperimenti elettronici (Art of Noise?) verso le prospettive techno ed ambient, mantenendo sempre la propria dimensione cantautorale.

Se volete chiamarlo shoegaze fate pure, ma sarebbe come fare un torto allo splendido lavoro di Lullabier, e se l’intimismo di Calma piatta regala sussulti intrapelle, la lenitiva Paesaggio di neve concede una pausa alle tempie martoriate dai pensieri. L’essenzialità ed il minimalismo di Haiku colpiscono per lungimiranza e risolutezza, tanto che in un solo pensiero si riescono a raccogliere infiniti ragionamenti: «Vecchio albero, sei un vero santuario, illuminami». A maggior ragione i versi di Lullabier fondono un raccontare lucido e pulito nel quale immagini semplici e genuine  richiamano ad un associazione diretta verso i sentimenti che contano: ognuno ci può trovare la propria cartina tornasole. Ninnanna sintetica per Promesse nel quale gli echi verso l’onirismo alla Cocteau Twins sono più di un indizio. Che questo sia un disco immerso nelle vibrazioni meno conosciute degli ’80s, è una certezza, eppure la qualità non si discute, poiché sarebbe difficile preferire un brano rispetto ad un altro. L’abilità di questo sound è proprio quello di non scindere le dinamiche sintentiche con l’intreccio delle liriche, sfornando così un lavoro che senza voler essere concettuale fa riflettere (o almeno ci prova!) chi lo ascolta.

contatti:
Lullabier ‘s site
Lullabier ‘s myspace
ViVeriVive ‘s site

 recensito da Poisonheart
Poisonheart hearofglass

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