Lux Tua (ep) – LoboLoto

Sotto le vesti di LoboLoto si cela la figura enigmatica di Alice Lobo, cantautrice piemontese con il pallino per una sperimentazione che tocca le sponde dell’elettronica minimale, ma che con sensualità e passione è capace di riscaldare l’algida elettro-beat con sfumature noir di una bellezza spettrale: Lux Tua (ALKA Record Label) ne è un breve, ma intenso assaggio.

Loboloto - Lux TuaOrietur in tenebris lux tua: Nata dal folk sostenuto da voce e chitarra, Alice Lobo inizia dalla musica povera a costruire la sua idea artistica, che trova nel 2014 un’ispirazione via via sempre più crescente con la sperimentazione elettronica grazie ad alcune collaborazioni (Dance With the Bear), piantando così il seme di un ambient-dark dal retrogusto freddo e cupo. Ad affiancare Alice ci sono le tastiere di Friedrich Canè, che vanno a rimarcare quell’aura di sospensione e di oblio che circondano le melodie di Lux Tua. Strati evanescenti di suoni, echi e ritardi dilatati nel tempo, ed una leggerezza melodica nel cantato che dirada la tensione generata dagli “artifici” elettronici: il contrasto cromatico è ben presto servito, toccando le corde emotive giuste, grazie anche ad una innata sensibilità nell’interpretazione. Sono pochi gli artisti nel Belpaese che scelgono questa tortuosa e criptica strada, un grosso difetto di questa scena nazionale incapace di osare; proprio per questo, il coraggio mostrato da LoboLoto assume contorni quasi trionfali, vista anche l’ottima produzione, nel quale la delicatezza ed un certo manierismo vanno a braccetto con l’incisività e la graffiante potenza d’insieme.

Lux Tua nos ducat: I cinque brani che compongono Lux Tua non rappresentano una graziosa scampagnata verso l’elettronica spiccia, interpretata da chi invece nasceva cantautrice folk. La composizione si ritaglia degnamente il proprio spazio, enfatizzando in misura maggiore alcune emozioni portate a galla dalla sospensione nebulosa delle melodie, così in On my Way (pubblicata nel maggio 2015) si risente maggiormente quel graduale passaggio dalle origini verso la musica elettronica, abbracciando senza ritegno e prendendo progressivamente dimestichezza con la materia fredda dei beat. Nel prosieguo ecco che la title-track assume vesti più darkeggianti, scendendo progressivamente nell’Ade (mica a caso!) delle atmosfere cupe e sfumate, non disdegnando qualche eco orientaleggiante che nel finale fa capolino come una ventata di freschezza pungente. Il ciondolamento felino di Maid si posiziona verso un ritmato trip-hop dai contorni ballabili, sinuoso e vellutato il brano è colorato da trame synth dolci e percosse da battiti costanti. Love Stink è un preciso crescendo di sensazioni (paragonabile alle cavalcate oscure della bravissima e poco conosciuta Chelsea Wolfe) che sfociano in flebili echi che s’esauriscono nelle grumose trame elettroniche minimali, mentre la finale Need è un richiamo più aperto nel quale il synth assume le sembianze di un languido pianoforte spezzato dal dolore e dalla mancanza.

Tua Lux luceat: LoboLoto a discapito delle apparenze apprezzate in Lux Tua, mantiene alto il vessillo folk, riuscendo nonostante, il bagno digitale, a far riaffiorare emozioni, pezzi di vita, lacrime e mezzi sorrisi. Una scelta ben ragionata, e se questo ep può sembrare un “prendere mano” con le alchimie elettroniche, la produzione puntuale ed alcune belle scelte melodiche, possono rappresentare i primi decisi passi verso un modo di comporre e di intendere la musica che guarda alle nuove tecnologie, ma che nasce da una voce e da una chitarra scordata … poiché chi ha il folk nelle vene, non guarisce mai!

 

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recensito da Bambolaclara
BambolaClara heartofglass

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