Leavers – Regarde

Leavers - RegardeI vicentini Regarde potrebbero essere l’interessante novità di questo autunno 2017, che esaurita la grande onda primaverile della rivoluzione indie in italy, rischia di non avere immediatamente quell’immediato ricambio generazionale. Eppure il sottosuolo della musica indipendente vive ancora di piccoli grandi gioielli, come sembra dai primissimi ascolti questo Leavers (Epidemic e Wiretap Records, in cassetta e in digitale per la V4V Records), prodotto a Boston e composto di una pasta sonora che ricorda tanto i Sonic Youth, quanto gli ultimi rigurgiti emo-core di Washington. Un disco che vive di una malata energia divisa tra rabbia e malinconia, strusciante nelle dinamiche di chitarra e pressante nella ritmica a tratti ossessiva; tra echi dark-wave e sfumature noir, i Regarde sono bravi a tessere un rock acrilico, ruvido, eppure così coinvolgente da innamorarsi al primo ascolto. Se i primi lavori (due ep tra il 2014 ed il 2015) risentivano di una certa influenza dei Fugazi, il quartetto matura velocemente e personalizza un sound che si allontana diligentemente dall’emo-core, svanendo in mattoni liquidi di distorsioni e stridenti riff dall’accento newyorkese. Quello che maggiormente colpisce rispetto al passato è l’atmosfera d’insieme che veste l’album: un senso di svuotamento e di resa dei conti con se stessi. Quello che “si lascia” (leavers, appunto) in alcuni casi è il superfluo ed il non necessario -come pezzi di pelle morta non ce ne accorgiamo nemmeno-, ma durante questa mutazione, anche quello a cui eravamo più legati si trasforma, in una sorta di metamorfosi personale che quotidianamente viviamo: sorprendentemente, le cose che pensavamo indispensabili perdono di concretezza, ammucchiandosi sopra ad altri leavers.

A livello compositivo, un muro di chitarre (Jesus and Mary Chain ?!) grattano la superficie isterica di una ritmica veloce e snella, ammaliata da un basso pernicioso e spaccacuore, mentre il cantato assume pose e posizioni variabili, dalla rabbia soffocata ed incondizionata (Relieve – Define), ad un tono confidenziale ma allo stesso tempo duro e cinico (Never Said). Potrebbe somigliare ad una lenta discesa agli inferi, invece Leavers è la metafora di una rinascita rovesciata e ripulita dai soliti cliché: impregnata di vita vissuta e di delusioni, gli accordi aperti di Closer sono il miglior inganno che si potrebbe cantare.
Un disagio mirato, senza colpevoli o rigurgiti di autocommiserazione, anche nella ballata acida di Last Summer ed i suoi chiari nembi grigiastri di pioggia, e nonostante talvolta i ritmi rallentino, come in Patterns, un senso di claustrofobia controllata cade sopra le nostre teste come una calda e rassicurante coperta. La parte centrale del disco non intende cambiare passo, così Quiet and Keeen strazia le ultime briciole di retorica rimaste in un finale strumentale in cui il basso singhiozza le ultime note; da segnalare il post-punk di rivolta in Regrets ed il suo muro di percussioni, ed il mid-tempo nostalgico di una attempata ballad nineties come Midwest.
Un retrogusto alla New Order (che forse colgo solo io nel giro di chitarra) strazia i timpani in Never Shared, anche grazie ad una dinamica grintosa negli arrangiamenti, ma molto rallentata nel cantato: un contrasto molto piacevole, e da approfondire in futuro! Chiudo con Blurred Boy che nel suo roteare tra ricordi ed esperienze, spruzza acide gocce di malinconia ad un ascolto intenso ed ammaliante specie nel finale.

Leavers è un lavoro di grande passione e di grandi aspettative, i Regarde giocano con un rock alternativo che cerca nelle origini la sua ragione d’essere, cercando di essere più empatici che originali, ma convincendo a pieno durante tutto il disco, lasciando pure spazio a qualche buono spunto per il futuro. Lungi dal riproporre temi generazionali, la band riesce a conciliare l’emotività delle esperienza personali con un distacco artistico fiero ed intelligente, facendo ben sperare per chi pensava che l’independent italico fosse già morto e sepolto nella primavera 2017.

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recensito da Poisonheart

 

 

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