Nella nostra parte destra – Bianco Ciclope

bianco ciclope - la nostra parte destraFresco ed abbastanza rinfrescante per essere un esordio tutto italiano, tutto pop e “miele”. L’impressione iniziale è questa: un disco con le giuste pretese, senza la retorica che quasi sempre accompagna ballate che si assopiscono sotto il sole estivo. I Bianco Ciclope evitano qualunque sillogismo musicale e mirano alla ricerca di un sound personale ed emotivamente coinvolgente, magari non sempre originale, ma certamente senza il dubbio di reminiscenze prese in prestito da colleghi più commercialmente quotati.
Nella nostra  parte destra  non ha alcun riferimento politico, come qualche malizioso potrebbe pensare, un disco tutto sommato sincero, nel quale prevalgono buoni sentimenti esternati con le giuste parole; un po’ come si addice ad un pop da cantautore. Si parla d’amore e di emozioni, spesso con una vena amara e sofferta, cercando in ogni modo di esaltare il sentimento, nessun spazio a rancori ed odio. Una dolcezza agrodolce degna  di un cantautorato serio e giudizioso, il tutto senza scomodare riferimenti alla tradizione italiana passata ed ai soliti nomi, tutta farina del songwriters, Daniele e di alcuni giri di chitarra semplici ed accessibili all’ascolto.

Distorsioni esagerate assenti, riff delicati, lievemente rallentati rispetto all’indie-rock d’oggi; batteria composta ed ordinata, basso ottimo comprimario. Complessivamente il risultato è lineare, senza strappi, senza cambi di tempo, senza voli pindarici sonori di dubbio gusto. A tratti si rischia di confondersi tra una traccia e l’altra, ma questo accade solo ad un ascolto distratto. Ogni brano ha una sua peculiarità, i testi sono abbastanza maturi per un esordio, con la band che si sbilancia senza offendere, racconta della vita con un tatto poetico encomiabile in certi frangenti.

Difficile scegliere una canzone simbolo, in quanto ognuna è un microcosmo a sé che contribuisce ad irrobustire la trama di un disco ben confezionato. Bambole di Gomma è il debito più spinto all’indie e probabilmente la traccia più “tirata” che ben si bilancia alla successiva Baci a primavera, nostalgica ballata sull’illusione che l’amore cela dentro.
Indagando tra i versi si delinea una sottile ferita nel cuore, Odori è il commiato della memoria sentimentale; mentre Come in una nebbia sembra il brano ideale dopo una delle tante cadute nella vita .
Originale e sofisticata E la musica ci salverà da speranza e verità, così come Funerale, paradossale ipotesi del giorno più triste, in cui è facile immedesimarsi. Un disco fatto di sentimenti umani e reali, di vita vera vissuta, lontana anni luce dalle frasi fatte di certi “santoni” del rock italiano.

L’inquietudine di Nella nostra parte destra in fondo con il tempo si aggiusterà … curare il cuore è impresa ardua, ma vale ne la pena! Buona la prima!

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recensito da Poisonheart

 

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