La crisi della middle class: Richard Yates

«Dovrai rinunciare all’idea di essere qualcosa d’altro, in questo mondo, all’infuori di un padre. Oh, Frank, se solo tu mi avessi fatto quale che meritavo -se solo mi avessi dato della stronza e m’avessi voltato le spalle, avresti scoperto subito il mio bluff. Con tutta probabilità, non ce l’avrei fatta ad andare fino in fondo – tanto per cominciare, non ne avrei avuto il coraggio- ma tu, niente. Eri troppo buono, tu, troppo giovane, e spaventato; hai continuato a darmi corda, ed è così che tutto è cominciato. E’ stato così che noi due abbiamo accettato quest’enorme illusione, perché di questo si tratta: un’enorme illusione: l’idea che, una volta messa su famiglia, la gente debba rinunciare alla vita reale e “sistemarsi”. E’ la grande menzogna sentimentalistica piccolo borghese, la menzogna che ti ho obbligato ad accettare per tutto questo tempo. Ti ho obbligato a vivere secondo questa menzogna!»

Richard Yates – Revolutionary Road (1961)

richard yatesIl personaggio: Richard Yates nasce nel 1926 nello stato di New York ed il suo percorso artistico appare piuttosto ordinario, dopo un periodo nell’esercito in Europa, torna nella Grande Mela e scrive per il giornalismo. Nel 1961 esordisce con Revolutionary Road, trovando il plauso della critica ma una certa freddezza di pubblico; insegna all’università e continua a scrivere racconti (che vengono quasi tutti rifiutati da The New Yorker) e romanzi sempre con un certo piglio critico verso quella borghesia americana perbenista ed arrivista. In vita non riscosse particolare successo letterario, ma Richard Yates fu fondamentale per quel suo realismo pratico e quella critica alla middle class portata poi all’esasperazione da Richard Ford.

Il lascito letterario: Richard Yates in Revolutionary Road racconta le vicende di una giovane ed attiva coppia (Frank ed April Wheeler) le cui aspirazioni anticonformiste si sono scolorite quasi inconsapevolmente negli anni, portandoli con lenta ma inesorabile progressione a rappresentare in tutto e per tutto l’odiata borghesia, quella con una bella casa con la staccionata bianca in un tranquillo quartiere residenziale. La grande forza nel romanzo di Richard Yates è contrapporre le velleità artistiche giovanili di April Wheeler con quella che è la vita di brava e premurosa donna di casa, sminuendo qualsiasi arrembate cambio di scena, in un immobilismo conformista che attanaglia l’animo della donna. Frank Wheeler, tuttavia non è da meno, anche lui cristallizzato in un lavoro particolarmente noioso che non ama e che lo distoglie dalle aspirazioni (solo immaginate) di scrivere un romanzo in Europa. E’ affascinante la disgregazione della coppia, le parole non dette e le emozioni narcotizzate, che rende ancora più spettrale la vita della famiglia Wheeler, circondata da altre coppie ove il lezzo di conformismo e mediocrità sembra una coperta calda ed benedizione della sera. Le vicende della vita poi sembrano serbare brutti scherzi agli ultimi sforzi dei Wheeler di cambiare definitivamente la loro vita, sfuggendo così dall’ipocrisia che li ha contagiati; eppure ogni nuovo tentativo di cambiamento viene smorzato da altri imprevisti portando la coppia a dilatare le distanze, fino ad un finale dai contorni quasi shakespeariani. Sono le dinamiche di coppia, i dialoghi a fiumi e le stanche e vacue discussioni a conferire una stagnante forza alla giostra magnetica e, tutto sommato felice, della middle class. Il recente film di Sam Mendes coglie a tratti simili sfumature, lasciando agli attori il compito di arricchire una sceneggiatura che segue piuttosto fedelmente il romanzo. Richard Yates ha scovato con acume le cricche della coppia americana anni ’50, eppure è singolare come le stesse incrinature si possano trovare in qualsiasi altra coppia moderna e dei giorni nostri, poiché il conformismo descritto da Yates è nient’altro frutto dell’opulenza e del progresso di cui ci lamentiamo tutti i giorni, ma di cui non saremo capaci di dire addio.

«Se uno vuole mettere su casa, deve trovarsi un lavoro. Se vuole mettere su una casa molto carina, molto deliziosa, deve accettare un lavoro che non gli piace. Semplice. E’ così che si comporta in novantotto virgola nove per cento della gente, per cui stia tranquillo, amico, non ha proprio nulla di cui scusarsi»

A cura de Il Gemello Cattivo
Il Gemello Cattivo heartofglass

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