Is This Vulgar 2 (ep): Vulgar Speech

Se siete abituati ad associare Pordenone al punk del Great Complotto, preparatevi a mettere questo assioma in cantina, poiché da almeno un paio di decenni le sonorità del nord-est si sono stabilizzate verso un denso metal colorato delle più imprevedibili influenze. I Vulgar Speech vengono da un sottosuolo fertile di heavy, cresciuti con James Hetfield e Mike Portnoy nelle orecchie, eppure lontani dall’emulazione di un genere fin troppo incline al copia-incolla, cercano attraverso arazzi melodici e velocità variabili la propria strada creativa: Is This Vulgar 2 è l’affermazione coraggiosa del trio basso-chitarra-batteria che lascia il segno.
Is This Vulgar 2 - Vulgar SpeechLa seconda prova dei Vulgar Speech dimostra la volontà di proseguire ed affinare l’idea di un metal energico ma sostanzialmente vivo e passionale, nel quale le scorribande di chitarra e basso rimangono imprescindibili, nonostante un cantato intimo e mai sopra le righe: l’idea del metallaro brutto e cattivo non si addice ai Vulgar Speech.
L’intro di W.A.R. è sporco e tenebroso, con quel meraviglioso basso di Mirko Martinello che prepara battuto il terreno per l’entrata dapprima della batteria di Fabio Cauduro e poi dei fraseggi ubriacanti di Riccardo Cauduro; l’impatto coatto è perfetto. La grande energia e la discreta compostezza dell’incipit ci portano senza accorgerci a Scarred, corposo brano composto di un puzzle di emozioni di vita vissuta, ma che nonostante le ottime cavalcate distorte di chitarra risente, a tratti, dell’influenza del metal mainstream di Metallica & Co. Tuttavia durante lo scorrere del brano, i Vulgar Speech riescono ad allontanarsi progressivamente da questa mia prima impressione, crescendo nel duello solo strumentale tra chitarra-basso, regalando così spunti interessanti e molto personali.
Fight your Demons è lo spartiacque del disco, un brano assolutamente godibile, ben arrangiato e costruito, nel quale un arpeggio di chitarra si scontra con trame calde di basso, e nonostante le distorsioni che man mano prendono corpo, i ritmi rimangono lenti ed intensi. L’abilità e l’intelligenza dei Vulgar Speech di tenere contenute le velocità, aumenta l’emozionalità di un brano molto confidenziale, che nel finale si lascia andare ad un assolo piacevole per gli amanti del genere. We Innovate Healthcare mostra i muscoli senza pudore, caricando di un hard-rock petulante una struttura verso-coro-verso orecchiabile e più accessibile rispetto a quanto sentito prima; la finale Can you Really…? cerca di riassumere tutto il bagaglio musicale della band, giocando sulle velocità senza strappi e proponendo un power-chord impenetrabile, nel quale il tono del cantato si fa disimpegnato ma molto sincero.
Le immancabili parentesi solistiche di chitarra e talvolta basso sono irrinunciabili nella musica dei Vulgar Speech, e forse vogliono rappresentare l’ultimo grande legame con l’heavy-metal a cui tutti noi siamo abituati; eppure i questi cinque brani di Is This Vulgar 2 è possibile trovare uno stile abbastanza definito (che avrebbe bisogno al massimo solo di qualche limata qua e là) che non si limita ad esaltare le qualità tipiche del genere, anzi, esplora e prova a suo modo a sperimentare, senza tuttavia venir meno all’obiettivo finale: divertirsi e far divertire chi li ascolta!
Missione compiuta, allora!

 

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recensito da Poisonheart
Poisonheart hearofglass

 

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