Intervista ai Worlich: Keep It Simple, Stupid!

Worlich >>> No Destination   [ leggi recensione]
Worlich >>> I’m Glad    [ leggi recensione ]

Eccomi con Nicola Serafini, dei Worlich.
Beh inizio a chiederti, come mai dopo l’esperienza in full lenght di No Destination, hai deciso con I’m Glad di cambiare non solo formato ma in maniera spregiudicata di puntare molto su un garage più sperimentale che radiofonico? Ed oggi come descrivereste la musica dei Worlich a chi non vi conosce ancora ?
Da un lato avevo voglia di lavorare a qualcosa di più “snello”, non avevo assolutamente intenzione di buttarmi subito a lavorare su un secondo album vero e proprio. Il formato EP era un opzione, ma poi non è stata una decisione presa a tavolino. Ad un certo punto mi sono trovato con una manciata di pezzi nuovi e mi sono accorto che assieme stavano bene.. “Ok, allora ci facciamo un EP”. Per la serie “fare cose a caso” sono uscito prima con un disco di 10 pezzi e ora con una roba che potrebbe sembrare un demo. Però appunto non era detto che finisse così.. avrei potuto semplicemente pubblicare i pezzi in streaming via via che venivano registrati, slegati da una pubblicazione vera e propria. Probabilmente la via l’ha data Tilia, la cui primissima bozza risale all’estate 2009, mentre stavo finendo No Destination. Sì, comunque avverto senza dubbio un cambiamento nello stile, è più sgangherato e cazzone rispetto a ND, che invece rimane più composto e dentro i margini, almeno secondo me. Dal lato della produzione c’è molto meno edit, ci sono rumori che non ho tolto, quasi tutti gli strumenti sono suonati in uno o pochissimi take, gli arrangiamenti sono spesso scritti pochi minuti prima di registrare … forse questa cosa si sente, o anche no … il tutto è un po’ più spontaneo, c’è meno “manipolazione”. La voce tocca note più alte dello standard Worlich, è quasi sempre stonata ma appunto stavolta non mi interessava correggerla, cosa che invece prima succedeva molte volte (per chi non l’ha ancora realizzato, io NON so cantare.) Senza dubbio negli ultimi tempi erano cambiati gli ascolti e forse ho subito nuove influenze, per fare qualche nome Weezer, Rentals, Breeders, Pixies, Pavement, Blur, tutti gruppi che prima conoscevo solo di nome … ma comunque anche moltissima roba più recente, che ho metabolizzato e che quindi in qualche modo ha forse un pochino cambiato la prospettiva e l’approccio … e nello stesso modo ho lasciato negli scaffali dischi di altre band, prima fondamentali … Una cosa di cui mi sono accorto è che forse nei pezzi nuovi succede più roba rispetto a quelli vecchi, nel senso che in 10 secondi di canzone magari c’è un beat che cambia, o una melodia che cambia, una chitarra che entra ed esce … E’ tutto un po’ più compresso assieme, dove forse in passato c’era più che altro ripetizione e basta … ma probabilmente questa cosa la sento solo io. E comunque su No Destination non avrei mai potuto inserire una canzone che parla del mio cane, cosa che ho fatto stavolta.
Descriverei la mia musica dicendo che è pop, influenzato da buona parte della musica che ascolto, partendo dalla fine degli anni ’60 ed arrivando fino ad oggi, con un forte accento sugli anni ’90. Le influenze sono moltissime ma probabilmente poi nelle canzoni non ci finiscono completamente. Per dirti, mentre lavoravo al finale di Oversleeping pensavo a Miles Davis, Bernard Herrmann, John Frusciante, Pink Floyd, tutti mescolati assieme, ma appunto poi chi ascolta non le riesce a cogliere tutte queste cose.

Cosa vogliono trasmettere con la loro musica i Worlich? Ci sono messaggi particolari che veicolate o secondo voi la musica, in generale, non dovrebbe averne, ma solamente di volta in volta raccontare una storia diversa ?
Decisamente la seconda. Non mi è mai interessato molto dare dei messaggi, e non credo neanche di esserne molto in grado. Quasi tutti i pezzi di fatto non parlano di niente, o comunque di niente di troppo interessante. Il trasmettere un qualcosa è forse un elemento secondario, o che viene dopo tutto il resto. Mi rendo conto se una canzone è buona oppure no, alla fine conta quello, non il fatto che ci sia una “visione superiore” o cose simili. “Keep It Simple, Stupid”, come dicono gli informatici. Però la musica può essere benissimo anche un messaggio, perché no … però appunto a me non viene di fare così. E poi comunque il non essere espliciti ti permette di giocartela sul fatto che chi ha più fantasia di te possa interpretare i pezzi in un certo modo, così gli puoi far credere che era voluto. Ora forse questa cosa non funzionerà più perché l’ho spiegata, ma mi inventerò qualcos’altro. Neh.

C’e’ nel panorama musicale (mainstream o underground che sia) una band, non necessariamente italiana, che ti piace particolarmente o a cui invidi un certo tipo di sound ? Ed esiste davvero questo indie-rock, o è solamente un appellativo per descrivere la scena di questi ultimi 4-5 anni ?
Dal fronte italico mi vengono subito in mente i Cosmetic, che han fatto un disco assurdo, “Non siamo di qui”: procuratevelo. Sono sotto La Tempesta e forse è attualmente l’unica band che davvero invidio, nel senso che mi piacerebbe suonare in una band del genere … sono stellari. Poi comunque negli ultimi tempi ho scoperto e ascoltato anche moltissima altra roba italiana: Bachi da pietra, Nokeys, Calibro35 (sovraumani), Il Teatro degli Orrori (anche se rischiano di diventare un pochino la parodia di loro stessi) … Anche i Distanti han fatto un gran bel disco.. Lo ascoltavo in macchina quando lavoravo a Forlì e passavo per Ronco. In questi giorni sto ascolando anche i Gazebo Penguins ... Poi vabbè, ci sono i nomi storici, Verdena, Massimo Volume ... che hanno ancora tutto da dire come se fossero ancora agli esordi … E’ un periodo d’oro per la musica italiana secondo me! Ovviamente anche tantissimi artisti\gruppi stranieri, ma l’elenco sarebbe sterminato.
Relativamente all’indie-rock.. mah è solo un’etichetta.. Io personalmente il termine l’ho sempre collegato al revival garage rock che c’è stato a partire dai primi anni 2000, con quei gruppi tipo Strokes, White Stripes, Hives, (e successivamente Franz Ferdinand ma poi anche tutto il new wave degli Interpol e loro vari cloni…). Le chitarre elettriche sono tornate alla radio e in tv, dopo dieci anni di boy-band.. A posteriori  le trovo a loro modo molto influenti, per la musica successiva … Hanno forse un pochino svolto la stessa funzione che aveva svolto il grunge 10 anni prima. Nelle vetrine dei negozi hanno messo le chitarre elettriche e gli amplificatori appoggiati ai manichini, e le scarpe già sporche e rovinate pronte da comprare. Però, appunto, rimane un’etichetta. Poi vabbè dentro al termine io ci metto dentro anche quelle robe tipo gli hipster che hanno l’account su Flickr e fanno foto a ringhiere con le polaroid o le lomo e si credono degli Andy Warhol incompresi, o vanno in giro vestiti da spaventapasseri, magari riempiendo i pomeriggi scannandosi a vicenda sui forum musicali su quanto loro hanno capito tutto e te no … son cose che mi hanno fatto sempre un po’ ridere. Boh.. io registro nel mio salotto con un pc che ha su ancora Windows XP. Sono indie? Sti cazzi!!!

Festival estivi. L’offerta italiana quest’anno si spacca in due: da una parte resiste il metal (che tuttavia propone i soliti inossidabili nomi), dall’altra i grandi eventi più commerciali (vedasi heineken 2011) che offrono una scaletta poco coraggiosa e molto radiofonica. Secondo te, il nostro paese in materia di musica live, ha ancora qualche handicap col resto d’europa? E voi avete in programma di partecipare a qualche festival quest’anno ???
Guarda … non sono mai stato un grande amante dei festival. A dir la verità non ho mai messo piede ad un festival. Troppa troppa gente, troppo casino, troppe ore di attesa. Chi me lo fa fare? Anche no. E poi son basso e non vedo un cazzo. Quando in tv ne trasmettono uno mi concentro sempre sulla fila più lontana possibile dal palco che riesco a vedere, e penso sempre “ma cosa sei venuto a fare? Non stavi meglio a casa?” Probabilmente si va ai festival più che altro per l’esperienza, il fatto di dormire in tenda, e far finta di essere a Woodstock, non tanto per i concerti in sé. Per i concerti io sono il tipo da club. Comunque, tornando alla domanda, la proposta non può essere che questa in Italia, visto il pubblico, il modo in cui si fruisce della musica, eccetera … Senza dubbio l’Italia musicalmente è indietrissimo rispetto a quasi tutti gli altri paesi europei ... Ma non tanto per mancanza di gruppi, anzi, come ho detto prima il periodo per la scena italiana è fenomenale, i gruppi bravi ci sono eccome.. E’ proprio una questione di ascolti.. E’ che alla fine son tutte nicchie che si chiudono in sé stesse.. Il “grande pubblico” non è molto interessato alla musica in sè, punto. Invece di provare ad ascoltare qualcosa dice “ah ma non è il mio genere”, “no ma questo non lo conosco” e si fermano lì. E’ un po’ come i genitori che conoscono le 20 canzoni di quando erano giovani e si son fermati lì da allora … Sarebbe un discorso molto lungo da fare, anche se forse finirei col parlare solo per quello che ho  sentito dire..
Per quanto riguarda i Worlich: la nostra attività live al momento è fermissima e, almeno per ora, non penso riprenderà, se non eventualmente per qualche data in zona. Di fatto non ci siamo mai sbattuti molto per organizzare date, neanche agli esordi, è una cosa di cui ho sempre fatto a meno, sinceramente. Mi è sempre interessato molto di più scrivere\registrare\pubblicare… E’ anche possibile che non suoneremo mai più live … Spero che la scena italiana non collassi su sé stessa per questa cosa.

 

Intervistato da Poisonheart

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