Il Giudizio di Eleonora – Il Giudizio di Eleonora

E’ inutile nasconderlo. La musica del Belpaese talmente assuefatta da reality e concorsi a premi, che si è scordata completamente del ricco sottobosco artistico che possiede. Vedasi ad esempio Il Giudizio di Eleonora, succoso e colorato progetto con al timone la front-woman Eleonora Giudizi, che non ha necessità di partecipare a chermesse canore con televoto da casa. Una realtà cresciuta da sé, nel modo e nei tempi giusti, dalle prime timide collaborazioni fino alla razzia di attestati e premi prestigiosi, raccolti non solo tra le mura italiche.
Un pop autorevole, emozionale ma senza facili sentimentalismi, energico quanto basta per essere ballabile; tuttavia ciò che balza all’orecchio è, in primis, la passione per la musica e la propria arte, che decreta Il Giudizio di Eleonora come un entità concreta, e assolutamente non costruita a tavolino. E di questi tempi non è una faccenda così scontata …

L’omonimo esordio si fa piacere proprio per la sua vena controcorrente ed autentica, e delle 13 tracce proposte non troviamo doppioni o riempitivi per arrivare al minutaggio da mercato. Musicalmente si assiste ad un ritorno alle sonorità di fine anni ’90, con effetti coalizzati a rendere piuttosto piacevole  il pop armonico del disco. Non a caso il produttore è Max Minoia, già collaboratore tra i tanti di Marina Rei, e in qualche modo il sound si rifà a quel fausto periodo quando il movimento femminile italiano poteva esprimersi come meglio credeva, alzando o abbassando il volume a piacere, senza limitazioni o deviazioni verso mercato teenagers.
Un muro sonoro ben costruito, pomposo e ricco di enfasi, penso ad esempio al funk adrenalinico di Non mi baci mai, singolo dai contorni ironici da mantide religiosa, oppure a Femmina, che rende giustizia a tematiche interessanti ma trattate con piglio più leggero. L’arte digitale modella gli spigoli più acuti, trasformando una wave incazzata in un rock gommoso dai ritmi sostenuti, come in Borderline nel quale l’autoaffermazione femminile riduce il mondo maschile in un grande enorme kleenex usato: della serie uomo avvisato e  …  ci siamo capiti!

Scorrendo i brani, si possono apprezzare camaleontiche sfumature verso diversi generi, dal dub ottuso e claustrofobico di Dimmi, al classico pop di matrice acustica di Era Inevitabile, passando agli echi cupi synth di Le strade che non so, fino alla poetica intima di Ci manca il pane. A coadiuvare Eleonora alla stesura dei testi ci pensano Francesco Testa e Vittorio Centro; in un unico filo conduttore si esplorano le diverse sfaccettature delle relazioni interpersonali ed emotive, confessando, seppur in maniera indiretta, la propria intimità e le proprie paure. Un assemble pop inumidito da liriche di spessore, sincere, che smascherano la retorica compiacente di un mercato italiano essenzialmente povero di nuove idee e poco coraggioso.

Il Giudizio di Eleonora non è disco di quelli, che senza ascoltarlo sai già che racconta la stessa favola da cenerentola con l’i-pod; è un lavoro minuzioso, passionale, vivace lungo la rotaia più orecchiabile e splendidamente passionale nella tana del cuore. Finalmente un artista che non cerca di ricalcare lo stile altrui, ma che ostinatamente cerca e trova la propria via musicale, tutto ciò apprezzabile nel rock voluminoso de L’identità, una sorta di libro aperto frutto della scrittura creativa. Un plauso all’ ELFA Promotions che ha puntato bene le proprie fiches colorate … e se voi lettori, avete intenzione di uscire dagli schemi, per una volta datemi retta, questo è l’album giusto !!!  


Il Giudizio di Eleonora sito ufficiale
Il Giudizio di Eleonora myspace
 ELFA Promotions sito ufficiale

recensito da Poisonheart
 

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